BIVONA-BERNARDI, Antonino
Nacque a Messina il 24 ottobre 1778 da Andrea Bernardi, romano; in tenerissima età, perduti i genitori, fu adottato dal barone Antonino Bivona, avvocato in Palermo. Iniziò gli studî di giurisprudenza, ma li abbandonò per seguire quelli delle scienze fisiche e naturali che cominciò a Palermo e completò a Pavia; tornato in Palermo, vi rimase e qui si diede allo studio dei prodotti naturali dell'isola; nel 1820 fu nominato Ispettore generale di acque e foreste in Sicilia. Morì in Palermo il 7 luglio 1837, nella famosa epidemia colerica. Furono suoi allievi Filippo Parlatore e Agostino Todaro.
Il B. fu il primo naturalista moderno che ebbe la Sicilia; principalmente botanico, coltivò con successo anche gli altri rami della biologia, la zoologia e la paleontologia, ed in botanica non si limitò alle piante superiori, ma studiò anche le crittogame cellulari e costituì non pochi nuovi generi e nuove specie di alghe, di funghi, di licheni e di briofite, parecchi dei quali rimasero nella scienza e sono tuttora accettati dai naturalisti. I suoi scritti principali sono le due "centurie" Sicularum plantarum (Palermo 1806-1807) ed i quattro "manipoli" Stirpium rariorum (Palermo 1813-1816), la monografia del genere Tolpis (Palermo 1809) e le Nuove piante pubblicate, dopo la sua morte, dal figlio (Palermo 1838); parecchi altri scritti si trovano sparsi nei periodici locali dell'epoca, di argomento botanico, di malacologia, ed alcuni anche sui resti fossili dei grandi mammiferi quaternarî delle grotte dei dintorni di Palermo, che egli fu il primo a studiare scientificamente.
In suo onore fu intitolato dal De Candolle il genere di piante Bivonaea, che appartiene alla famiglia delle Crucifere; altri generi posteriormente dedicatigli sono necessariamente passati in sinonimia a causa della ripetizione.