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DVOŘÁK, Antonín Leopold

Enciclopedia Italiana (1932)
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DVOŘÁK, Antonín Leopold


Compositore di musica, nato l'8 settembre 1841 a Nelahozeves (Boemia) e morto a Praga il i maggio 1904. Figlio di un albergatore, egli era stato destinato al mestiere paterno, ma la forza della sua vocazione musicale decise altrimenti. Nel 1857 il D. si recò a Praga, ove entrò nella scuola d'organo, alunno del Pitsch. Terminati gli studî, dovette provvedere al proprio mantenimento suonando in orchestra, prima come violinista e poi - al Teatro nazionale di Praga - come violista. Durante questo primo periodo della sua carriera, il D. attende già alla composizione, e molti lavori ne provano la serietà d'intenti e di realizzazione, ma anche l'eccessivo intimo eclettismo, probabilmente generato dall'assimilazione di tante e tante musiche diverse, al giovane artista apparse di continuo, l'una dopo l'altra, nelle stagioni teatrali di Praga.

Il primo lavoro veramente significativo della personalità di D un Inno per coro misto e orchestra, appare nel 1873, e, avendo riportato un grandissimo plauso presso il pubblico e presso le autorità musicali, procura al compositore (il quale del resto aveva già fatto seguire all'Inno uno Stabat) una borsa di studio, pluriennale, che rende superfluo lo stipendio di orchestrale. Dedicatosi interamente alla composizione, D. riesce ad assicurarsi rapidamente il favore generale, sia in patria, sia all'estero. Già nel 1874 ha esito buono, a Praga, l'opera Král a uhlír (Il re e il carbonaio) ancora un poco wagneriana nella stesura, ed altre seguiranno a confermare la bontà dell'operista e a porne in migliore evidenza il carattere nazionale. Carattere, questo, che anzi determinò, più che ogni altro, la rapida fortuna della musica di D., non soltanto presso il pubblico, ma anche presso i competenti e i maestri esteri. La rinomanza internazionale dell'artista boemo ha infatti il suo deciso inizio con la pubblicazione, presso il Simrock di Berlino, delle Danze slave, da lui composte dietro designazione di J. Brahms. Il Brahms, come il Bülow ed altri maestri tedeschi, era infatti diventato del D. un estimatore convinto fin dalla prima lettura di alcune pagine di lui, nutrite di tipico sangue boemo. È a questo proposito opportuno osservare come dal Brahms sia in seguito venuto al D., oltre l'incoraggiamento e l'aiuto, anche una troppo frequente influenza stilistica, la quale si manifesta soprattutto nell'elaborazione tematica della musica da camera e delle sinfonie. Troppo frequente, si è detto, in ragione della scarsa aderenza della dialettica tematica brahmsiana all'indole, all'intima volontà delle idee musicali di D., fiorite dalla natura stessa del canto popolare boemo. Praticamente, per contro, non si può dire che tale influenza abbia nociuto alla rapida accettazione dell'opera di D. nella civiltà musicale europea, per molto tempo ligia al tematismo ottocentesco germanico. Affermatosi in questa civiltà come uno dei più significativi interpreti della musicalità slava, il D. sostiene la sua sempre crescente notorietà con una ricchissima e varia produzione, così nel teatro come nella sinfonia, così nella musica vocale come nella strumentale da camera. Già membro onorario delle più importanti accademie e società musicali d'Europa, dottore honoris causa delle università di Praga e di Cambridge, nel 1892 è chiamato alla direzione del conservatorio nazionale di New York, carica che egli tiene, con notevole attività di rinnovatore, per tre anni. In questo soggiorno americano si è veduto da taluni un periodo non del tutto propizio per il naturale svolgimento della creatività del maestro, al cui lirismo avrebbe tolto il pregio dell'intimità e della severità. Non è possibile, in ogni modo, negligere il fatto che la più fortunata e duratura composi del D., è precisamente la V Sinfonia, composta in America, e intitolata Dal Nuovo Mondo, vasta composizione forse poco salda nella struttura e non scevra da eterogenee interferenze, ma piena di gagliardia e di dolcezza e soprattutto pervasa da una vena di canto che certo è più consona all'animo del D. che non qualsiasi dialettismo tematico di derivazione germanica.

Al suo ritorno in patria (1895) il D. viene insignito di alte distinzioni ed è nominato membro della Camera dei Signori. Nel 1902 è poi chiamato alla direzione del Conservatorio di Praga.

Della vastissima produzione del D., che per la sua importanza e per il suo carattere vale a porre il compositore, tra i maestri della musica cèca, subito dopo lo Smetana, si debbono notare specialmente: 5 Ouvertures (dall'op. 62 alla 93), una Suite orchestrale p. 39; 5 Sinfonie (dall'op. 70 alla 95); 5 poemi sinfonici (dall'op. 107 alla 111, cioè consecutivi); Variazioni sinfoniche, op. 78; molte serie di danze e di rapsodie slave per pianoforte (a 4 mani) e anche per orchestra; concerti e pezzi varî per violino, violoncello, pianoforte, con accompagnamento di orchestra; serenate, notturni, ecc. per diversi complessi strumentali (strumenti a fiato con violoncello e contrabbasso nell'op. 44, orchestra d'archi nelle op. 22 e 40); 8 quartetti, un sestetto, un trio, 3 quintetti per archi (complessivamente dall'op. 16 all'op. 106); un quintetto, 2 quartetti, 3 trii per archi e pianoforte (dall'op. 21 all'op. 81); sonate e pezzi varî per violino, o per violoncello, e pianoforte; pagine diverse per pianoforte a 4 e a 2 mani; composizioni varie per voci e orchestra, tra le quali alcuni oratorî, cantate, il già citato Stabat Mater, varia musica sacra; e le opere teatrali Král a uhlir (Il re e il carbonaio), 1874; Vanda, 1876, Selma sedlák (Il contadino furbo), 1878; Tvrdé palice (Teste dure), 1881; Dimitrij), 1882; Jacobin, 1889; Čert a Káôa (Il diavolo e Caterina), 1899; Rusalka, 1901; Armida, 1904.

Bibl.: Per l'elenco completo ed ordinato delle composizioni v. O. Sourek, Dvořáks Werke, Berlino 1917. V. poi: J. Zubaty, A. D., Lipsia 1886; A. Untersteiner, A. D., in Riv. music. ital., 1904.

Vedi anche
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