POZZONI, Antonietta
POZZONI, Antonietta. – Nacque a Venezia nel 1847 da Antonio e da Giovanna Schweitz.
Studiò canto con un maestro italiano di nome Spinelli a Pietroburgo, dove si era trasferita ancora bambina con la famiglia (una guida turistica coeva segnala una trattoria Pozzoni; cfr. A. Greč, Ves’ Peterburg v karmane, Pietroburgo 1851, p. 407). Al rientro in Italia si perfezionò al Conservatorio di Milano con i maestri Gaetano Nava e Bartolomeo Prati. Sposata al tenore siciliano Salvatore Anastasi (1837-1906), del quale era già compagna e partner vocale, nel 1865 a Milano, cantò spesso in coppia con lui in Italia e all’estero, in particolare nel repertorio verdiano. Dal loro matrimonio nacque il 26 febbraio 1874 a Milano Guglielmo Anastasi (morto a Genova il 16 luglio 1929), che per alcuni anni tentò la carriera artistica come tenore prima di dedicarsi alla narrativa e alla drammaturgia.
Ancora giovanissima, Pozzoni calcò le scene dei maggiori teatri italiani raggiungendo rapidamente la fama. Dopo il debutto come Margherita nel Faust di Charles Gounod alla Scala di Milano (11 gennaio 1865), interpretò Eudossia nell’Ebrea di J.-F. Fromental Halévy (25 febbraio) e nello stesso anno cantò al teatro Grande di Brescia (stagione di fiera) nel Don Sebastiano di Gaetano Donizetti e nella Jone di Errico Petrella. Nel Carnevale 1866 si esibì al Bellini di Palermo in Un ballo in maschera di Giuseppe Verdi e in Marta di Friedrich von Flotow, in primavera fu all’Argentina di Roma per Maria di Rohan di Donizetti, Orietta di Lesbo di Verdi (la censurata Giovanna d’Arco) e per la prima assoluta di Guisemberga da Spoleto di Filippo Sangiorgi. Nel 1867 fu dapprima all’Apollo di Roma (stagione di Carnevale) come prima donna nelle opere verdiane Giovanna de Guzmann (I vespri siciliani) e Macbeth; qui si esibì anche a fianco delle sorelle Barbara e Carlotta Marchisio nel terzetto del Matrimonio segreto di Domenico Cimarosa, eseguito nel corso dell’ultima recita di Rosamonda di Raffaele Gentili (marzo 1867). Durante l’estate si produsse al Nuovo di Padova per la fiera del Santo (La duchessa di San Giuliano di Achille Graffigna) e, nella stagione invernale, al San Carlo di Napoli, dove diede voce a Desdemona nell’Otello di Gioacchino Rossini (16 novembre), a Leonora nella Contessa di Amalfi di Errico Petrella (15 dicembre), a Rosina nel Barbiere di Siviglia (21 dicembre) e a Gilda nel Rigoletto (8 febbraio 1868). In quell’anno tornò sul palcoscenico del Nuovo di Padova per la consueta fiera estiva (Don Pedro di Portogallo di Riccardo Drigo), nonché a Trieste nel Don Carlo di Verdi (Eboli) e nella Jone. Nel 1869 calcò le scene del Regio di Torino, nella stagione di Carnevale-Quaresima (Marta di Flotow, L’indovina di Antonio Buzzi, Il barbiere di Siviglia, La Vestale di Mercadante), e del San Carlo, dove fu protagonista in Anna Bolena (24 ottobre) e nella Traviata (11 dicembre); indi si esibì nella stagione di Carnevale 1870 all’Apollo di Roma.
Proprio il successo ottenuto nella Traviata nel marzo del 1871 al teatro La Pergola di Firenze convinse Verdi, presente a una delle recite, a farla scritturare come protagonista nella prima assoluta di Aida al Cairo (24 dicembre 1871) al posto di Teresa Stolz, prevista in un primo momento, e di Isabella Galletti Gianoli (Filomena Rustichelli).
La risonanza e la visibilità ottenute in questa circostanza contribuirono in modo determinante al lancio di Antonietta Pozzoni nel panorama operistico internazionale, attestato dalle numerose e frequenti tournées all’estero che la impegnarono negli anni successivi. Dopo avere interpretato Valentina negli Ugonotti di Giacomo Meyerbeer, allestiti a Milano per l’inaugurazione del nuovo teatro Dal Verme (14 settembre 1872), nel novembre fu infatti richiamata al Cairo per una ripresa di Aida al teatro Kedivale. Nel 1873 si esibì per la prima volta al Colón di Buenos Aires nella prima locale di Aida e in alcuni titoli che furono fra i suoi cavalli di battaglia: Il trovatore, La traviata e La favorita. Nel marzo del 1874 prese parte alla prima assoluta del Salvator Rosa di Antônio Carlos Gomes al Carlo Felice di Genova (Bianca, mezzosoprano), indi nell’autunno interpretò Aida al Morlacchi di Perugia e, poco dopo, La traviata, Il trovatore e Un ballo in maschera al Théâtre-Italien di Parigi. All’Apollo di Roma cantò per il Carnevale-Quaresima 1875: in quell’occasione non solo sostituì Teresa Stolz, ammalatasi dopo il debutto, nella parte di Leonora nella Forza del destino, ma interpretò anche Isabella alla prima locale della Contessa di Mons di Lauro Rossi, e per la prima volta si cimentò con il personaggio di Amneris nell’Aida (17 febbraio).
Il passaggio dalla parte della protagonista a quella dell’antagonista fu il segno evidente di un graduale, ma irreversibile cambio di registro e dunque di ruoli, collegato ai primi sintomi di usura della voce che, già testimoniati nei primi anni Settanta, la costrinsero ad adattarsi a ruoli da mezzosoprano.
Con rare eccezioni (Teatro Real di Madrid, 1876; Liceu di Barcellona, 1879 e 1880), dal 1875 Antonietta Pozzoni abbandonò la parte di Aida, che l’aveva resa celebre, per quella di Amneris. Seguitò ancora per qualche anno a cantare i prediletti titoli verdiani (La traviata, Il trovatore e Un ballo in maschera) nel corso delle tournées in Spagna nel 1875 e in Sudamerica nel 1878, dove si esibì in coppia con Francesco Tamagno; nell’aprile 1880 si cimentò un’ultima volta anche nei ruoli eponimi di Norma (Politeama Genovese) e Lucrezia Borgia (Politeama Genovese e La Pergola di Firenze), ma da allora si esibì esclusivamente come mezzosoprano, interpretando soprattutto La favorita di Donizetti (a Siviglia, Pietroburgo e Mosca, 1877; a Rio de Janeiro, 1878; a Barcellona, 1879 e 1884; a Madrid, Bilbao e Valladolid, 1882; a Messina, Bergamo, Firenze e al São Carlos di Lisbona, 1883; a Palermo, 1886). In quegli anni si misurò con nuovi personaggi: nella primavera del 1878 fu Emilia nella Vestale di Giovanni Pacini al Colón; indi interpretò Fidès nel Profeta di Meyerbeer al São Carlos di Lisbona (dicembre 1883) e al Regio di Torino dove, nel Carnevale 1885, si esibì anche come Ortruda nel Lohengrin. Cantò la parte di Azucena negli allestimenti del Trovatore al Real di Madrid nel novembre 1881 e al Pagliano di Firenze nell’ottobre 1885. Nello stesso anno vestì i panni di Laura Adorno nella Gioconda di Amilcare Ponchielli al Politeama di Palermo: una parte che avrebbe dovuto interpretare già nel 1880, per la ripresa dell’opera alla Scala ma che, a causa della voce sfiatata, fu affidata all’ultimo a Enrichetta Leawington. Il 4 ottobre 1886, durante una recita dell’Erodiade di Jules Massenet al Comunale di Bologna, fu fischiata e criticata per la deludente prestazione. Con la voce definitivamente compromessa, si esibì un’ultima volta nella Favorita al San Carlo (marzo 1887), dove la fredda accoglienza del pubblico la convinse a ritirarsi dalle scene.
Morì a Genova l’8 aprile 1917. È sepolta con il marito e il figlio nel cimitero monumentale di Staglieno a Genova (la tomba reca date imprecise: 1846-1916).
L’apice del successo di Antonietta Pozzoni si può circoscrivere a pochi ‘anni d’oro’, compresi fra l’esordio (1865) e la creazione di Aida. L’usura vocale che la colpì dopo poche stagioni di intensa attività è confermata da testimoni diretti già all’indomani del debutto del capolavoro verdiano al Cairo. Il critico Filippo Filippi, presente alla première, scrisse a Giulio Ricordi che «la Pozzoni stuona molto […] e la parte l’è troppo acuta, ma ha molto talento» (28 dicembre 1871; Archivio storico Ricordi, Milano, PII6 01c-080). Gino Monaldi sottolineò che «sebbene tuttora giovane, non conservava già più in tutta la sua interezza il cospicuo patrimonio di quella sua voce d’oro […]. Le note acute cominciavano a perdere un po’ della loro elasticità, ma l’arte e lo stile rimanevano senza macchia» (Monaldi, 1907, p. 194). Lo stesso Verdi, che l’aveva ascoltata a Firenze, espresse qualche perplessità in una lettera al suo editore in vista della prima scaligera dell’Aida: «Bella figura, attrice buona, molt’anima, stoffa vera d’artista… ma il tremolio nella voce, e l’intonazione calante fanno temere vi sia deperimento nella voce» (1° novembre 1871; Abbiati, 1959, III, p. 490). Nelle sue Memorias, lo storico portoghese Fonseca Benevides appuntò: «quando giunse a Lisbona la Pozzoni già cantava ruoli da mezzo soprano […]. Le sue note acute erano già deteriorate, il timbro della voce che ancora le restava era bellissimo, voluminoso e vellutato fino al Sol. Aver spesso cantato in alternanza le due parti di soprano e mezzo soprano nell’Aida dovette accelerare il deterioramento dell’organo vocale nel registro acuto. Come cantante era magnifica, e artista perfetta: era insuperabile quando cantava l’arioso nel second’atto del Profeta. Era una donna bionda, alta e slanciata» (Fonseca Benevides, 1902, p. 15).
Fonti e Bibl.: Genova, Archivio storico comunale, Stato civile, Atti di morte, 514 (anno 1917); A. Valentini, I musicisti bresciani e il Teatro Grande, Brescia 1894, pp. 145, 148; F. Fonseca Benevides, O Real Theatro de S. Carlos de Lisboa, Lisboa 1902 (ed. anast. Lisboa 1993), pp. 11 s., 14 s.; G. Monaldi, Cantanti celebri del secolo XIX, Roma 1907, pp. 194, 203.
A. Cametti, Il Teatro di Tordinona poi di Apollo, II, Tivoli 1938, pp. 524 s., 530, 552 s.; O. Tiby, Il Real Teatro Carolino e l’Ottocento musicale palermitano, Firenze 1957, p. 304; Enciclopedia dello spettacolo, VIII, Roma 1957, pp. 409 s.; F. Abbiati, Verdi, III, Milano 1959, pp. 419 s., 422, 451, 460, 483, 490, 720, 728, 748; V. Levi - G. Botteri - I. Bremini, Il Comunale di Trieste, Udine 1962, p. 201; H. Busch, Verdi’s Aida: the history of an opera in letters and documents, Minneapolis 1978, ad ind.; M. Rinaldi, Due secoli di musica al Teatro Argentina, Firenze 1978, pp. 1014 s.; G. Tintori, Il Teatro alla Scala. Cronologia. Opere, balletti, concerti 1778-1977, Milano 1979, pp. 54, 60; E. Frassoni, Due secoli di lirica a Genova, I, Genova 1980, p. 336; Il Teatro di San Carlo, a cura di R. Ajello et al., II, La cronologia 1733-1987, a cura di C. Marinelli Roscioni, Napoli 1987, pp. 374 s., 378, 412; M.T. Bouquet - V. Gualerzi - A. Testa, Storia del Teatro Regio di Torino, V, Torino 1988, pp. 138, 192, 197, 212, 233, 270; M. Conati, Verdi: interviste e incontri, Torino 2000, p. 182; K.J. Kutsch - L. Riemens, Großes Sänger-lexikon, V, München 2003, p. 3752; C. Springer, Verdi und die Interpreten seiner Zeit, Wien 2000, pp. 346 s.; Carteggio Verdi-Waldmann (1873-1900), a cura di M. Beghelli - N. Badolato, Parma 2014, ad indicem.