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ANTONIANOS

di G. Pesce - Enciclopedia dell' Arte Antica (1958)
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ANTONIANOS (᾿Αντονιάνος)

G. Pesce

Scultore appartenente ad una scuola di artisti (Koblanos, Aristeas, Papias, Zenas di Alexandros, Flavius Chryseros, Licinius Priscus) di orientamento eclettico, provenienti dalla città di Afrodisiade in Caria (Asia Minore) e probabilmente stabilitisi in Roma al tempo di Adriano e degli Antonini (sec. II d. C.). A. è noto per un rilievo in marmo lunense, rappresentante Antinoo (giovine bitinio favorito dell'imperatore Adriano e morto misteriosamente nel con una roncola mentre ai suoi piedi il fido cane alza il muso, presso un'ara con le offerte. Sull'ara è la firma in greco: Antonianos Aphrodisieus epòiei. Il rilievo fu trovato a, Torre del Padiglione fra Lanuvio ed Anzio, ed ora appartiene all'Istituto per la bonifica dell'Agro Pontino in Roma (v. Antinoo).

Il tipo artistico del favorito bitinio non fu creazione di Antonianos. Del morto giovinetto l'imperatore aveva fatto un dio e gli aveva innalzato simulacri, nei quali la testa (ritratto più o meno idealizzato) era collocata su corpi di forme classicheggianti, secondo modelli già creati dalla scultura greca del V e IV sec. a. C. Ma nell'opera di A., mirabile creazione dell'ultima arte greca in Roma, ispirata alla delicata semplicità dei rilievi attici, vediamo per la prima volta Antinoo assimilato al dio latino Silvano e concepito come i defunti eroizzati dei rilievi attici, in uno schema policleteo e in una corporeità che gradualmente viene emergendo. Ad A. sono pure riferibili un rilievo marmoreo con menade e caprone dalla via Statilia e la testa d'una statua d'Antinoo dalla Villa Adriana, ambedue nel Museo Naz. Romano.

Bibl: Not. scavi, 1908, n. 48; G.E. Rizzo, in Ausonia, III, 1908, p. i ss.; Brunn-Bruckmann, Denkmäler, tav. 635; P. Arndt, Glypt. Ny-Carlsberg, Monaco 1912, testo alle tavv. 161-69; M. Squarciapino, La scuola di Afrodisia (Studi e materiali dell'Impero romano), Roma 1943, pp. 29-32.

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