Vedi ANTONIA Minore dell'anno: 1958 - 1994
ANTONIA Minore (Antonia Augusta)
Nata da M. Antonio e da Ottavia nel 36 a. C., morì in tarda età sotto Caligola. Era ricordata per la sua bellezza non meno che per la sua virtù (Plut., Ant., 87; Val. Max., iv, 3, 3). Nell'alta figura muliebre che si volge verso Druso Maggiore, nella lastra XIV dell'Ara Pacis, tenendo per mano un fanciullo, gli studiosi hanno quasi concordemente riconosciuto la sposa di lui, A., che nel 13 a. C. aveva ventitré anni. Essa appare qui con le chiome ondulate semplicemente divise in mezzo alla fronte e con una piccola crocchia pendente dalla nuca. Vi è un ritratto a tutto tondo, attribuibile all'incirca a questa epoca, in cui si deve probabilmente riconoscere la principessa. Le copie, assai simili tranne piccole varianti, sono le seguenti: una testa proveniente dal Palatino nel Museo Nazionale Romano, una a Spoleto, una a Fiesole, una a Malta (villa Rabato), una a Leptis Magna. La giovane e bella donna della famiglia imperiale porta la pettinatura sopra descritta, con l'aggiunta di leggeri riccioletti a spirale attorno alla fronte. Altri ritratti sono stati identificati con A. giovane, ma su basi del tutto ipotetiche. L'iconografia di lei in età matura è meglio stabilita sul confronto delle monete, specialmente i bronzi coniati postumi dal figlio Claudio. È stata così riconosciuta in una statua della Collezione Campana, in un busto del Louvre e in una testa in Wilton House (Inghilterra); essa ha ancora la stessa semplice acconciatura, ma la crocchia è allungata sul collo secondo la moda del tempo. Un altro ritratto è stato alcuni anni or sono ricomposto su una statua del Museo Gsell di Algeri.
Infine vi sono alcuni ritratti colossali, che rappresentano A. M. come A. Augusta, certo posteriori all'avvento al trono di Caligola, che subito coprì l'ava di onori, facendo sì che il senato le decretasse il titolo portato da Livia. Sono teste dai tratti estremamente idealizzati, che sotto il diadema hanno una benda sacerdotale; una è a Villa Albani, una seconda a Leptis Magna (forse sostituita sulla statua a una testa più antica); la terza è la famosa Giunone Ludovisi, nel Museo Nazionale Romano, probabilmente di età claudia. Nel 29 d. C., alla morte di Livia, A. aveva assunto la carica di Flaminica Augustalis; essa è raffigurata nelle opere suddette con le rosse vittae di quel sacerdozio. Le monete di Claudio portano, con l'iscrizione A. Augusta, anche l'altra sul rovescio sacerdos divi Augusti.
Bibl: J. J. Bernoulli, Röm. Ikon., II, i, p. 217 ss.; T. Ashby, Roman Malta, in Journ. Rom. Stud., V, 1915, p. 39 ss.; F. Poulsen, Portraits in English Country Houses, Oxford 1933, pp. 30-39; G. Monaco, L'iconografia imperiale nell'Ara Pacis Augustae, in Bull. Com., LXXI, 1934, p. 35; R. West, Römische Porträt-Plastik, I, p. 139 ss.; S. Aurigemma, Sculture del Foro Vecchio di Leptis Magna, in Afr. Ital., VIII, 1940, p. 63 ss.; A. Rumpf, A. Augusta, in Abhandl. Preuss. Akad., 1941, n. 5; H. Poulsen, Studies in Julio-Claudian Iconography, in Acta Arch., XVII, 1946, p. 25 ss.; B. M. Felletti Maj, Museo Nazionale Romano. I ritratti, Roma 1953, pp. 54 s., 69 s. Monete: Brit. Mus. Cat. Emp., I, p. 180, 109 ss., tav. 33, 19-22; pp. 188-166 ss., tav. 35, 8-9.