ANTONIA minore (Antoniu minor, A. Augusta)
Fu la seconda figlia di Marc'Antonio triumviro ed Ottavia (v. sopra). Nacque il 31 gennaio del 36 a. C., ed era segnalata per la sua bellezza che conservò sino a tardi. Fu sposata a Claudio Druso, il figliastro prediletto di Augusto che si rese illustre per le campagne di Germania. Druso e Antonia erano quasi di pari età. Antonia aveva un paio d'anni meno del marito, e vissero in perfetta concordia, e son l'uno e l'altra additati dagli antichi come esempio di fedeltà coniugale. Ebbero parecchi figliuoli, ma ne rimasero loro in vita solo tre, nati tra il 15 e il 10 a. C.; Germanico, Livia (detta Livilla) e Claudio. Quando Druso morì, in Germania, Antonia era nel fiore dell'età, non contando che ventisette anni: tuttavia volle conservare la vedovanza, e tutte le esortazioni di Augusto non valsero a persuaderla a riprender marito. Egli la chiamava, scrivendo alla moglie "l'Antonia nostra". Dopo la morte di lui, Antonia rimase in grande famigliarità con Livia e con Tiberio, ai quali, a quanto si può arguire, si tenne unita contro la nuora Agrippina. Ebbe la sventura di perdere il figlio Gernmaico, ma non si mostrò ai funerali, come non si mostrarono Livía e Tiberio. Dopo la morte di Livia e la condanna di Agrippina e dei suoi due primi figli, Antonia si tolse in casa i nipoti, eccetto naturalmente quella già sposata. Essa era la sola, data l'autorità di cui godeva presso Tiberio, che potesse avere il coraggio di denunziargli le mene di Seiano: il che fece, acquistando un nuovo titolo alla fiducia dell'imperatore. Ma la caduta di Seiano ebbe la conseguenza di trascinare alla rovina Livia, che finì ignominiosamente (31). Non rimaneva perciò ad Antonia che il figlio Claudio, ch'essa considerava come un disgraziato della natura. Fu vicina a Tiberio durante l'ultimo suo soggiorno a Capri, ed ebbe occasione di mostrare la sua benevolenza ad Agrippa, il futuro re di Giudea; memore dell'amicizia con la madre di lui Berenice, lo soccorse facendogli un grosso prestito di danaro in un momento difficile, e poi facendo per lui raccomandazioni a Tiberio. Quando il nipote Gaio Cesare (Caligola) venne all'Impero, in un impeto di gratitudine volle che Antonia ricevesse in una sola deliberazione del senato tutti gli onori che Livia aveva ricevuti durante l'impero d'Augusto; Antonia fu perciò proclamata Augusta, ed ebbe tutti gli onori di cui godevano le vestali. Ma l'umore di Caligola mutò presto: rispose minacciosamente agli avvertimenti ch'essa gli dava, volle che ai suoi colloquî fosse sempre presente Macrone, prefetto del pretorio, e tenne con lei un contegno così ingiurioso da farla morir di crepacuore (38?), né potevasi lasciar di sospettare che l'avesse avv elenata.
Fonti: Oltre alle epigrafi e alle monete (queste da vedere in H. Cohen, Description historique des monnaies, I, 2ª ed., Parigi 1880, p. 222 segg).: Flavio Giuseppe, Tacito, Svetonio, Dione.
Bibl.: E. Klebs, Prosop. Imp. Rom., I, p. 106 seg. (ivi enumerazione precisa delle fonti); P. Griefe, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., I, col. 2640. Delle più recenti storie dell'Impero può vedersi p. es., Dessau, Geschichte der röm., Kaiserzeit, II, i, Berlino 1926, p. 72 seg.