BERNASCONI, Antonia
Nata a Stoccarda nel 1740 circa dal primo matrimonio della moglie del compositore Andrea, che le diede il proprio cognome e ne curò la prima educazione musicale, iniziò gli studi musicali a Monaco e, dedicatasi inizialmente al genere buffo, fece il suo esordio sulle scene viennesi intorno al 1765-66, cantando nella Buonafigliola di N. Piccinni e nella Contadina in Corte di A. Sacchini. Il debutto come protagonista ebbe luogo il 26 dic. 1767 al Burgtheater di Vienna nella prima rappresentazione in lingua francese dell'Alceste di Gluck, il cui ruolo, scritto apposta per lei dal compositore tedesco, le venne affidato da R. Calzabigi. Assurta rapidamente al livello di prima donna, soprattutto nei ruoli tragici di cui fu interprete eccelsa, cantò il 26 dic. 1770 al Teatro ducale di Milano il ruolo di Aspasia nella prima rappresentazione del Mitridate, re del Ponto di Mozart, allora appena quattordicenne. Ammiratrice e sostenitrice convinta del grande salisburghese (che tra l'altro si pensa abbia composto per lei nel 1768 la parte di Ninetta nella Finta semplice), fu tra i primi artisti che si interessarono a Mozart al suo arrivo in Italia e si schierò apertamente contro i suoi oppositori dell'ambiente milanese. L'amicizia che la legò al musicista fu favorita dal fatto che ambedue appartenevano all'ambiente illuministico. Poco dopo la cantante, recatasi a Napoli, veniva accolta nella massoneria (Croce).
Nel 1771 la B. fece il suo esordio sulle scene veneziane, cantando al Teatro S. Benedetto nell'Adriano in Siria di A. Sacchi (Ascensione) e nell'Andromaca di F. Bertoni (ibid., carnevale). Nel carnevale del 1772, sempre al Teatro S. Benedetto, cantò nell'Artaserse di V. Manfredini e nell'Ezio di G. Gazzaniga. Si trasferì poi a Napoli per la stagione 1772-73 e cantò al Teatro S. Carlo con G. Aprile diverse opere: La Clemenza di Tito di P. Anfossi, Achille in Sciro di A. Amicone, Ipermestra di N. Piccinni, Arianna e Teseo di G. Insanguine (prima esecuzione, 20 genn. 1773). Il 14 sett. partecipò anche alla "festa teatrale" La Cerere placata di N. Jommelli, eseguita nel palazzo del duca d'Arcos. Nella stagione 1774-75 si esibì ancora nell'Orfeo di Gluck, modificato con musiche di J. Chr. Bach (novembre 1774) e nel Demofonte di G. Myslivecek (gennaio 1775).
Nell'autunno del 1778 la B. si recò in Inghilterra e inaugurò la stagione dell'Opera italiana di Londra, interpretando il ruolo di Dircea nel Demofonte (un "pasticcio" su testo del Metastasio, musicato per la maggior parte da G. F. Bertoni). Fu, questa, la prima apparizione sulle scene inglesi della B., che cantò in compagnia di G. Pacchierotti: pur non deludendo le aspettative e la curiosità del pubblico inglese, che ammirò la sua maniera di cantare elegante e limpida, tradì tuttavia la debolezza della sua voce ormai in declino (Burney). Una lettera di Mozart al padre (12 febbr. 1778) ci rivela che ella aveva acquistato la padronanza della scena non solo per gli insegnamenti del patrigno, ma soprattutto per l'attività svolta sotto la guida dello Hasse e della cantante Vittoria Tesi. Questa esperienza ed una innata versatilità le permisero di essere "prima donna seria" nella stagione londinese 1778-1779, mentre nella successiva (1779-1780) interpretò esclusivamente ruoli buffi; cantò, infatti, nella Schiava di N. Piccinni (Teatro Haymarket, 13 apr. 1780) e poi nel Duca di Atene (libretto di G. F. Badini e musica del Bertoni: prima rappresentazione, 9 maggio 1780). Lasciata Londra per raggiungere Vienna, dove godeva della protezione del conte Moritz von Dietrichstein, scudiero dell'imperatore, e di Gluck, dal quale era molto stimata, fu scritturata per alcune recite al Burgtheater con lo stipendio allora favoloso di 500 ducati.
Interessante testimonianza dell'attività viennese della B. sono tre lettere di Mozart del 27 giugno, 29 agosto e 12 sett. 1781 al padre Leopoldo, nella seconda delle quali, parlando dell'entusiasmo suscitato nella nobiltà al suo apparire sulle scene, riconosceva senza riserve la perfezione stilistica raggiunta dalla cantante nell'interpretazione delle parti tragiche, mentre non appariva più adatta per i ruoli buffi, poiché la voce era ormai in completa decadenza e nessun musicista voleva più comporre per lei. Nella terza lettera Mozart modificò il suo severo giudizio, tanto che pensò di averla come interprete dell'Idomeneo; l'idea fu, però, accantonata per impegni assunti nel frattempo dalla Bernasconi. Il 23 ott. 1781 fu acclamata interprete della prima rappresentazione in lingua tedesca dell'Ifigenia in Tauride di Gluck, e subito dopo cantò con successo nella ripresa dell'Alceste.
Dopo queste recite viennesi non si hanno più notizie della Bernasconi.
Bibl.: B. Croce, I teatri di Napoli…, Napoli 1891, pp. 548, 553; A. Paglicci-Brozzi, Il Regio Ducal Teatro di Milano nel sec. XVIII…, Milano 1893-94, p. 126; R. Gerber, Ch. W. Gluck,Potsdam 1941, p. 67; G. Barblan-A. Della Corte, Mozart in Italia,Milano 1956, ad Indicem; Ch. Burney, A general history of music…, a cura di P. A. Scholes, II, New York 1957, pp. 886-890; W. A. Mozart, Autobiografia dalle lettere e da doc. contemp., a cura di F. Esposito, Catania 1960, pp. 262 s.; W. A. Bauer-O. E. Deutsch, Mozart, Briefe und Aufzeichnungen, III, 1780-86, Kassel 1963, pp. 135, 152, 156 s.; A. Einstein, Gluck, London 1964, pp. 182, 219; U. Prota-Giurleo, Not. biogr. intorno ad alcuni musicisti d'Oltralpe a Napoli nel Settecento, in Analecta Musicologica, II, Köln-Graz 1965, pp. 112-114.