ANTONI di Olivieri (Antonius de Oliverio)
Non si sa in che anno nacque, e i casi della sua vita sono in parte noti solo per il decennio che va dal 1471 al 1480, dopo il quale non si può stabilire con certezza nemmeno la data della sua morte. Sicura pare, invece, l'identificazione del luogo di nascita con la città di Catania, dove A. dovette abitualmente anche risiedere, e a cui riportano, oltre tutto, alcuni chiari riferimenti della sua produzione poetica.
In proposito, si può rilevare che nell'invocazione all'inizio dell'Istoria di la translacioni di s. Agata, A. chiama questa santa, la quale nacque a Catania ed è patrona della città, "nostra vera chitatina" e, pochi versi più oltre, riconoscendole il titolo di "avvocata" dei Catanesi, s'include nel numero dei suoi protetti. A questi cenni si affianca la testimonianza di uno dei copisti del codice dell'Istoria, secondo cui A. fu "di la clarissima chitati di Catania". Qualche altra prova può addursi della dimora e delle relazioni di A. entro le mura natali: il 26 nov. 1475, egli termina di comporre l'Istoria di la translacioni di s. Agata, che dedica a Giovanni Castello, nobile catanese, lasciandogli intendere di traversare un momento difficile e d'avere bisogno della sua protezione; il 12 apr. 1480, assiste in qualità di testimone alla concessione da parte del vescovo di Catania di un privilegio di dottorato in arti. Sono state pure notate nei suoi poemetti due descrizioni, occasionali ma precise, dei dintorni della città, a riprova di una conoscenza diretta dei luoghi. E giova anche aggiungere che la lingua dei suoi versi, in concordanza con tutti questi dati, presenta caratteri che inducono a localizzarlo sicuramente nella Sicilia orientale.
Di lui ci sono pervenute tre storie, che non sono originali nell'invenzione, ma traggono da testi latini la materia per narrare in ottava rima e in siciliano leggende agiografiche e morali. Nelle prime e nelle ultime ottave, dove, secondo le formule caratteristiche di questo genere di poemetti, si collocano l'invocazione e il congedo e la data e il nome dell'autore, non manca l'occasione ad A. di fornire diverse altre notizie di sé.
Apprendiamo così: che, il 31dic. 1471, portò a termine l'Istoria di s.Ursula per incarico di un giovane nobile appartenente probabilmente alla famiglia messinese dei Balsamo; che, nel 1475, era affetto, già da un anno, di febbre quartana e di altri mali, ed era angustiato da una lite col fisco; che in altri scritti - oggi per noi perduti - egli aveva cercato di dimostrare, "cun autentica scriptura" tradotta dal greco dal messinese Ludovico Saccano, l'origine catanese di sant'Agata.
A parte la fortuna tra le stampe popolari di uno dei suoi poemetti, A. era già nel '500, dimenticato. Solo alla fine del secolo, scorso si è ricominciato a parlare di lui e, con la pubblicazione delle opere, la sua figura di facile e colorito verseggiatore popolaresco, non sfornito di cultura (sapeva di latino e conosceva Dante), è rientrata a buon diritto nel quadro letterario della Sicilia quattrocentesca.
L'Istoria di s. Ursula e l'Istoria di la translacioni di s.Agata, tramandate dallo stesso manoscritto, furono per la prima volta pubblicate da G. B. Palma: Istoria di Sant'Ursula di A. di O., catanese. Poema in lingua siciliana del sec. XV, in Arch. stor. per la Sicilia Orientale, XLIV (1948), pp. 5-51; Istoria di Sant'Agata. Poema in lingua siciliana del secolo XV con illustrazioni, in Aevum, XIV(1940), pp. 263-325, 441-512; e poi riedite criticamente da G. Cusimano in Poesie siciliane dei secoli XIV e XV, rispettivamente nel vol. I, Palermo 1951, pp.96-162 e nel vol. II, Palermo 1952, pp. 7-117. Il terzo poemetto, intitolato L'Historia di lu Contrastu di l'Anima con lu Corpu, si conserva in una stampa popolare (in Palermo, per Pietro Coppola, 1665), della quale si conosce un solo esemplare posseduto dalla Biblioteca Comunale di Palermo; ne è stata curata una ristampa da P. Nalli, Una parafrasi siciliana della "Visio Fulberti": Il "Contrasto dell'Anima e del Corpo" di Antonio d'Olivieri, in La Rassegna, XXXVIII (1930), pp. 213-232.
Fonti e Bibl.: Per il documento del 1480, si veda M. Catalano-Tirrito, Storia documentata della R. Università di Catania. Parte prima. L'Università di Catania nel secolo XV. Appendice, Catania 1913, p. 82, doc. 86. Manca ancora uno studio particolare; ci si deve, pertanto, contentare delle notizie introduttive, con relativa bibliografia, che precedono le citate edizioni del Nalli (cfr. la recensione di C. Naselli in Arch. stor. per la Sicilia Orientale, XXVI [1930], pp. 305-306), del Palma e del Cusimano.