CANALS, Antoni
Monaco domenicano, nato verso la metà del sec. XIV probabilmente a Valenza, dove per incarico del cardinale Giacomo d'Aragona tenne l'insegnamento di teologia (1390-1398), finché Martino I lo chiamò alla stessa cattedra nella sua corte di Barcellona. Lo stesso re nel 1402 lo proponeva perché fosse nominato inquisitore generale a Valenza. Morì nel 1419. La fama che il C. s'era acquistato soprattutto nei circoli di corte risaliva al tempo di Giovanni I, che lo incaricò (1391) di alcune traduzioni di opere latine. Non sappiamo quali; ma alla consorte di lui, la regina Violante, dedicò un Tractat de confessió, tuttora inedito. Volgarizzò ancora per il re Martino la Escala de contemplació (inedito); per il suo camerlengo Mossen Galceran de Sentmanat il Modus bene vivendi attribuito a San Bernardo; per Mossen Pere d'Artés, "mestre racional del rey", la Exposició del Ave Maria, Pater noster y Salve Regina (inedito); e per Maria, sposa di Alfonso il Magnanimo, il De arrha animae di Ugo da San Vittore. Nella storia del rinascimento classico in Catalogna il C. rappresenta il movimento iniziale di opposizione all'influsso sin allora predominante della letteratura e dei costumi di Francia e prepara le vie al trionfante umanesimo italiano. Anteriore al 1395 è la versione, ritradotta in castigliano, del Valeri Máximo per il card. Giacomo d'Aragona (ed. R. Miquel y Planas, Barcellona 1910); tra il 1393 e il 1406 è quello del De providentia di Seneca per Mossen Ramon Boil governatore di Valenza (in Memorias de la R. Academia de Buenas Letras, Barcellona, II, p. 561 segg.); dopo il 1410 è il Rahonament fet entre Scipió y Anibal, dedicato ad Alfonso, duca di Gandia (in Memorias cit., II, p. 532 segg., e in Novelari catalá dels segles XIV e XVIII, Barcellona 1910). Quest'operetta è una parafrasi dell'Africa del Petrarca, in una prosa che si snoda agile e numerosa, qua e là corsa da impeti oratorî come è in genere quella dei proemî alle varie versioni.
Bibl.: A. Rubió y Lluch, El renacimiento clásico en la literatura catalana, Barcellona 1889, p. 29; J. Rubió y Balaguer, in Estudis Universitaris Catalans, IV (1910), p. 450 segg.; R. Miquel y Planas nella prefazione al Llibre anomenat Valeri Máximo desl dits y fets memorables, traducció catalana per Fr. A. Canals, Barcellona 1910.