Lualdi, Antonella
Nome d'arte di Antonietta De Pascale, attrice cinematografica, nata a Beirut il 6 luglio 1931 da padre italiano e madre greca. Graziosa e schiva, impiegata inizialmente in ruoli un po' lacrimosi, quali fidanzatine tradite o fanciulle insidiate da individui abietti, riuscì a rompere con questo cliché quando Mauro Bolognini le affidò il personaggio di una prostituta dura e sensuale in La notte brava (1959). Ebbe inizio così un nuovo corso nella carriera dell'attrice, cui vennero offerti ruoli più forti e definiti, soprattutto in Francia dove è stata molto amata e ha recitato, oltre che nel cinema con registi del valore di Claude Chabrol e Claude Sautet, anche in teatro.
Resa famosa da un concorso bandito dalla rivista "Hollywood" che esortava i lettori a trovarle un nome d'arte, la L. esordì nel 1949 in Signorinella di Mario Mattoli e recitò quindi in numerosi film di scarso rilievo finché si fece notare in Il cappotto (1952) di Alberto Lattuada, accanto a Renato Rascel. Lo stesso anno venne chiamata a interpretare Adorables créatures (Quando le donne amano) di Christian-Jaque, film con cui ebbe inizio il suo rapporto privilegiato con il cinema francese. Due anni dopo affrontò, infatti, il ruolo di Mathilde in Le rouge et le noir (L'uomo e il diavolo) di Claude Autant-Lara, dal capolavoro di Stendhal, accanto a due attori di grido come Gérard Philipe e Danielle Darrieux. In Italia ebbe ruoli di creatura indifesa e fragile nell'episodio di Amori di mezzo secolo (1954) girato da Roberto Rossellini (Napoli 1943), e in Cronache di poveri amanti (1954) di Carlo Lizzani, dal romanzo di V. Pratolini. Fu poi Bolognini a favorire la sua maturazione artistica chiamandola a partecipare a ben tre film, Gli innamorati (1955), Giovani mariti (1958) e La notte brava, che la videro passare dai personaggi ingenui degli esordi alle donne sensuali della maturità; in questi film ‒ come pure in Padri e figli (1956) di Mario Monicelli ‒ la L. recitò al fianco del marito Franco Interlenghi. Apparve persuasiva e seducente anche nel ruolo di Leda, vittima di un brutale assassinio, in À double tour (1959; A doppia mandata) di Chabrol, e l'anno successivo impersonò una smaliziata borghese, Elsa, in I delfini di Francesco Maselli. Sempre su questa falsariga recitò in Il disordine (1962) di Franco Brusati e in Se permettete, parliamo di donne (1964) di Ettore Scola; più intenso e coinvolgente appare il ruolo che le venne offerto da Sautet alcuni anni dopo in Vincent, François, Paul et les autres… (1974; Tre amici, le mogli e affettuosamente le altre). La L. ha lavorato spesso anche per la televisione; per quella francese, in particolare, ha partecipato allo sceneggiato Lucien Leuwen (1974) diretto da Autant-Lara e tratto dall'omonimo romanzo di Stendhal, lo stesso regista e lo stesso scrittore che avevano propiziato a suo tempo il grande successo di Le rouge et le noir con cui si era affermata a livello internazionale.
P.L. Campos Tejón, Antonella Lualdi, Madrid 1958.