FINESCHI, Anton Maria
Nacque a Siena il 13 luglio 1743 da Giovan Domenico e da Maria Angela Tognoni. Di vivace ingegno, studiò lettere umane e filosofia nel seminario arcivescovile di S. Giorgio. Frequentò poi l'università, dove seguì i corsi dell'avvocato P. Burroni, laureandosi in utroque iure. "Giureconsulto peritissimo quant'altro mai" (Novelle letterarie, 1790., coll. 580 s.), dette alla luce, oltre ad allegazioni forensi, opuscoli ed opere di agronomia e alcuni saggi. La prima sua opera a stampa è la Dissertazione sopra la maniera di coltivare i mori gelsi (Siena 1783), scritta originariamente per M. Ugurgeri, patrizio senese, ed inviata successivamente alla Società patriottica di Milano, che aveva indetto un concorso e proposto un premio a chi indicasse "con fondamenti tratti dalla natura della vegetazione, e più ancora dalla osservazione, e dalla sperienza in quale stagione convenga meglio all'economia campestre il potare i gelsi, e con quali precauzioni".
Nessuna delle opere presentate venne ritenuta meritevole del premio, ma quella del F. fu tra le quattro che ottennero una menzione onorevole. Fu favorevolmente accolta ed ampiamente descritta nelle fiorentine Novelle letterarie (1783, Coll. 210-213) ed incontrò l'approvazione dell'agronomo Filippo Re, che reputò l'opera "di grande utilità" (p. 261).
Socio corrispondente dell'Accademia dei Georgofili di Firenze dal 1784, fu ascritto all'Accademia dei Fisiocritici di Siena nei cui Atti è pubblicata una sua Memoria sopra la fecondazione dei fiori doppi (VIII [1800], pp. 211 ss.). Nel 1790 fu invitato a collaborare - come tutti i professori di botanica e le società agrarie della penisola - alla compilazione della nomenclatura universale italiana per le piante; il suo contributo concernette la nomenclatura italiana-toscana delle piante, con particolare riguardo a quella della provincia senese.
Nel 1794 fu chiamato a ricoprire la cattedra di agricoltura presso l'università di Napoli, che però, per ragioni familiari e personali, non volle accettare.
Il suo nome rimane legato soprattutto ad un'opera, che vide quattro ristampe in pochi anni e fu a lungo considerata, a ragione, una delle più importanti nel campo della valutazione economica dei fondi rurali: le Regole teorico-pratiche, e rustico-legaliperfare le stime dei predi rustici per uso non solo delli stimatori, quanto ancora per istruzione dei giudici e dei curiali (Siena 1778; 1792; 1795; 1805).
Frutto della "più avanzata pratica estimale toscana contemporanea" (G. Giorgetti, p. 168 n.), le Regole furono inoltre ripubblicate nel Magazzino georgico di G. Sella e L. Targioni (III [1785], coll. 331-414, 423-430, 439-446, 479-486), la rivista strettamente collegata all'Accademia dei Georgofili che svolse nei primi anni Ottanta un importante ruolo nella diffusione di testi agronomici innovatori. Altamente favorevole è anche il giudizio del Re, che pur riteneva superiore, sul piano teorico, la Dissertazione sopra il quesito: indicare le vere teorie con Le quali devono eseguirsi le stime dei terreni (Firenze 1785) di Adamo Fabbroni. La novità del testo, in grado di incidere, migliorandoli, sui sistemi di calcolo vigenti, sta soprattutto nella teoria della potenzialità produttiva del suolo, teoria di derivazione fisiocratica - e quindi rappresentativa di orientamenti e interessi ben radicati nella cultura toscana tardosettecentesca - e destinata a venire ripresa nei contributi ottocenteschi di P. Paroli e F. Francolini nell'ambito delle discussioni che accompagnarono la realizzazione del catasto lorenese del 1832-1835.
All'attività di agronomo ed esperto legale del F. appartiene anche il Della stima dei frutti pendenti, teorie legali, ridotte alla pratica per uso del foro e degli stimatori (Siena 1790).
Anch'essa più volte ristampata e giudicata favorevolmente dal Re, mirava soprattutto a "dar norma all'arbitrio de' pratici stimatori, compilando per loro uso le teorie legali" (Novelle letterarie, 1790, col 581).
Intorno agli stessi anni dette alle stampe un'altra operetta: il Voto rustico sul quesitofattoli: da che procede la rogna degli ulivi, e della cura della medesima ... (Siena 1787), ma gran parte delle sue opere rimasero manoscritte e risultavano conservate presso gli eredi all'inizio dell'Ottocento, (elenco in De Angelis, 1837, pp. 265 s.).
Sono testi derivati dalle competenze giuridiche e dall'interesse del F. verso l'agronomia e l'erudizione, tra cui le Istruzioni rustiche, opera divisa in quattro parti già pronte per la stampa quando morì il F., e la memoria sul problema: Se l'esistenza degli alberi sulla sommità degli alti monti possa influire, e fino a qual segno, a vantaggio delle pianure sottoposte, contro l'impeto ed i cattivi effetti dei venti, tema, quest'ultimo, assai dibattuto alla fine del Settecento, per i danni inflitti al patrimonio boschivo da una indiscriminata politica di libertà di taglio.
Non ancora compiuti sessanta anni, morì a Siena il 9 giugno 1803.
Un'opera del F., Metodo per avere i legumi cotti in tutti gli anni e in tutte le terre, è pubblicata nelle Memorie e atti dei Georgofili, 1784, e conservata ms. in Firenze, Archivio dell'Accademia dei Georgofili, busta 57, fasc. 85. Al F. appartiene anche l'opuscolo anonimo Replica di Dondo Vinaio alla risposta di Liborio Fineschi, capo della Compagnia comica del Saloncino di Siena, alla Lettera di un incognito ad una Dama sopra le tragedie del sig. conte Vittorio Affieri d'Asti (Siena 1784), in cui prese le parti del poligrafo G. Ramirez (conosciuto anche sotto il nome anagrammatico di Remigio Puparez) in una disputa concernente le edizioni dell'Alfieri.
Fonti e Bibl.: Novelle letterarie, n.s., XIV (1783), coll. 210-213; XXI (1790), coll. 580 s.; F. Re, Dizionario ragionato dei libri d'agricoltura, veterinaria, e di altri rami d'economia campestre, ad uso degli amatori delle cose agrarie e della gioventù, II, Venezia 1808, pp. 260 ss.; L. De Angelis, Biografia degli scrittori sanesi, I, Siena 1824, pp. 294 ss.; Id., in E. De Tipaldo, Biografia degli italiani illustri..., V, Venezia 1837, pp. 264 ss.; F. Inghirami, Storia della Toscana, XV, Firenze 1844, pp. 49 s.; C. Milanesi, V. Alfieri in Siena, Firenze 1864, p. 16 n.; G. Biagioli, L'agricoltura e la popolazione in Toscana all'inizio dell'Ottocento, Pisa 1975, pp. 71 e n., 79; G. Giorgetti, Per una storia delle allivellazioni leopoldine, II, in Capitalismo e agricoltura in Italia, Roma 1977, p. 168 n.; G. Melzi, Diz. di opere anonime e pseudonime, Milano 1863, I, p. 331, col. 2.