Grot, Anton
Nome d'arte di Antocz Franti-szek Groszewski, scenografo cinematografico polacco, nato a Kelbasin (Polonia) il 18 gennaio 1884 e morto a Stanton (California) il 21 marzo 1974. Fu uno dei primi production designer di Hollywood, capace di caratterizzare lo stile e l'atmosfera di un film con centinaia di schizzi e bozzetti, quasi una prefigurazione dello storyboard, che altri successivamente si incaricavano di trasformare in disegni esecutivi: fondamentale, a questo proposito, fu la collaborazione con l'architetto d'origine italiana Charles Novi. Candidato cinque volte all'Oscar per la migliore scenografia, nel 1940 ottenne il premio speciale dell'Academy per i ritrovati tecnici.
Dopo aver studiato illustrazione alla scuola d'arte di Cracovia, G. emigrò negli Stati Uniti nel 1909 e quattro anni dopo entrò nel mondo del cinema lavorando per il produttore Sigmund Lubin e in seguito per l'attore e produttore Douglas Fairbanks. Completò il suo tirocinio di scenografo con William Cameron Menzies per The thief of Bagdad (1924; Il ladro di Bagdad) di Raoul Walsh, e con Mitchell Leisen, allora supervisore alle scenografie, per The King of kings (1927; Il re dei re) di Cecil B. DeMille. Dal 1927 lavorò alla Warner Bros. e vi rimase ininterrottamente fino al 1950. Notevoli le scene per Noah's ark (1928; L'arca di Noè) di Michael Curtiz, basate sulla tecnica delle pitture su vetro, con soluzioni di sicuro effetto come le linee aguzze del tempio di Baal, il profilo conico elicoidale della torre di Babele, l'immenso, suggestivo naviglio dell'arca caratterizzato dal monumentale ingresso degli animali. Nei bozzetti di G., che si era formato nel clima culturale mitteleuropeo del primo Novecento, spesso affiorano tracce del gusto espressionista in quanto ricchi di indicazioni tonali ed effetti di luce. Di gusto più raffinato furono invece le scenografie, tra barocco e arte andalusa, per A midsummer night's dream (1935; Sogno di una notte di mezza estate) di Max Reinhardt e William Dieterle. Seguendo la politica produttiva della Warner Bros., G. lavorò con registi come Mervyn LeRoy, curando le scenografie di Little Caesar (1931; Piccolo Cesare), Gold diggers of 1933 (1933; La danza delle luci) e Anthony Adverse (1936; Avorio nero); di nuovo Dieterle, per i film biografici The life of Emile Zola (1937; Emilio Zola) e Juarez (1939; Il conquistatore del Messico); e specialmente M. Curtiz. Per le storie di pirati e le avventure di mare narrate da quest'ultimo in film come Captain Blood (1935; Capitan Blood), The sea hawk (1940; Lo sparviero del mare) e The sea wolf (1941; Il lupo dei mari), G. inventò con Leo Kuter una macchina speciale, la ripple machine, per la produzione di onde e tempeste in un'enorme piscina installata all'interno degli studios, invenzione per la quale ottenne il premio del 1940. Altra invenzione di G. fu la diminishing chart (tavola di riduzione), che consentiva, tramite un sistema di lenti, di disegnare rapidamente prospettive complete, sia pure in piccola scala, sulle quali era già possibile prevedere il posizionamento delle fonti di luce e i movimenti degli attori. Nel corso degli anni Quaranta continuarono le sue collaborazioni con numerosi registi, tra cui ancora Curtiz (Mildred pierce, 1945, Il romanzo di Mildred), ma anche, tra gli altri, Curtis Bernhardt (Possessed, 1946, Anime in delirio). Agli inizi del decennio successivo G. abbandonò il cinema.
M.L. Stephens, Art directors in cinema: a worldwide biographical dictionary, Jefferson (NC) 1998, pp. 141-45.