SACY, Antoine-Isaac Silvestre de
Orientalista francese, nato a Parigi il 21 settembre 1758, ivi morto il 21 febbraio 1838 (Silvestre è il suo cognome, non il nome di battesimo). Visse la vita tranquilla dello studioso e del maestro, dapprima come membro della commissione per la pubblicazione dei manoscritti della Biblioteca reale, poi come professore di arabo nell'École des langues orientales vivantes (cattedra che conservò benché avesse, nel 1796, rifiutato di prestare giuramento al Direttorio), e di persiano, dal 1806, al Collège de France; infine, dal 1823, come conservatore dei manoscritti della Biblioteca reale. Fu anche amministratore dell'École des langues orientales, segretario perpetuo dell'Académie des inscriptions et belles-lettres, membro del corpo legislativo sotto Napoleone e della Camera dei pari sotto la Restaurazione.
Il S. de S. coltivò non senza successo varî rami dell'orientalismo, ma fu sommo soprattutto nell'arabistica, nella quale la sua vasta attività segna l'inizio di una nuova era, quella dello studio integrale delle fonti e della rigorosa esattezza filologica. Favorito dalla disponibilità della magnifica raccolta di manoscritti della Biblioteca reale (ora Nazionale), ne pubblicò, tradusse e sunteggiò un gran numero, relativi a ogni lato dell'ampia letteratura araba: grammatica, poesia, prosa ornata, storia, geografia, teologia. La sua Grammaire arabe (1810; 2ª ed., 1831), in cui sono ordinate ed esposte le teorie grammaticali degli Arabi, costituì per due generazioni la base dell'apprendimento scientifico dell'arabo, col sussidio dell'Anthologie grammaticale arabe (1829) e della Chrestomathie arabe (1806, 2ª edizione 1826-27), le quali sono preziose, più ancora che per i testi pubblicativi, per le copiosissime note contenutevi.
L'ampio apparato di note è altresì caratteristico di tutti i lavori del S. d. S., che alla prodigiosa conoscenza delle fonti univa un equilibrato spirito critico. L'ultimo suo lavoro, Exposé de la religion des Druzes (1838), inaugura le ricerche sul terreno arduo e interessantissimo della gnosi islamica.
Anche alla filologia persiana diede contributi importanti. Molte delle sue pubblicazioni sono contenute nelle raccolte Notices et Extraits des manuscrits de la Bibliothèque du Roi (Nazionale) e Mávioires de l'Institut de France.
Il S. de S. fu insigne anche come maestro: dalla sua scuola provengono non solo i maggiori orientalisti francesi del sec. XIX (Quatremère, Reinaud, ecc.), ma anche i tedeschi (Freytag, Fleischer, Flügel) che nel corso del medesimo secolo tennero il primato nel campo dell'arabistica.
Bibl.: Daunou, Notice historique sur la vie et les ouvrages de M. le baron S. d. S., in Mém. Inst. de France, Académie des inscriptions et belles-lettres, XII, i, pagine 507-540 (1839), con elenco delle pubblicazioni; H. Derenbourg, S. d. S., Parigi 1895.