ANDRÉOSSY, Antoine-François
Nato il 6 marzo 1761 a Castelnaudary, da una famiglia originaria di Lucca. Tenente d'artiglieria nel 1781, fatto prigioniero dai Prussiani nella campagna d'Olanda (1787), capitano nel 1788, dall'esercito del Reno fu inviato a quello d'Italia nel 1795 e come capo di battaglione si segnalò nel luglio 1796 all'assedio di Mantova, tentando un'audace diversione con cinque scialuppe cannoniere. Il generale Bonaparte lo nominò colonnello-brigadiere il 6 dicembre 1796 e gli affidò la direzione del corpo dei pontieri. In tale qualità, partecipò alle successive campagne d'Italia, e fu il primo a guadare l'Isonzo il 7 maggio 1797. Alla fine di quell'anno egli ebbe l'incarico, accanto al Joubert, di recare al Direttorio le bandiere conquistate agli Austriaci. Generale di brigata nell'aprile 1798, accompagnò il Bonaparte in Egitto e vi fece importanti osservazioni scientifiche e rilievi geografici, inseriti poi nelle Memorie della Commissione d'Egitto. Reduce in Francia col Bonaparte, lo coadiuvò nel colpo di stato del 18 brumaio, in cui agì come capo di stato maggiore del generale. Il 6 gennaio 1800, fu promosso generale di divisione e preposto all'artiglieria ed al genio nel Ministero della guerra.
Nell'estate, ebbe il comando della piazza di Magonza e partecipò, agli ordini dell'Augereau, alla campagna del Meno, ch'egli narrò in una pubblicazione tecnica stampata nel 1802. Firmata la pace d'Amiens, il primo console lo nominò nel giugno 1802 ambasciatore di Francia a Londra, dove rimase sino alla ripresa delle ostilità nel 1804. Riavviato alla carriera militare, fu aiutante maggiore generale della "Grande Armée" nella campagna del 1805 contro l'Austria. Napoleone conferi all'A. la dignità di conte dell'impero e lo inviò come suo ambasciatore a Vienna dopo la pace di Presburgo. Riaccesa la guerra tra Francia ed Austria nel 1809 ed occupata Vienna dalle truppe francesi, egli ne fu nominato governatore. Nel 1812, alla vigilia della campagna di Russia, Napoleone affidò all'A. l'ambasciata di Costantinopoli, d'importanza decisiva in quel momento. Vi rimase sino al 1814, quando il re Luigi XVIII lo sostituì col marchese di Rivière. Durante i Cento giorni, Napoleone lo nominò membro della Camera dei Pari e cercò di fargli accettare una missione in Oriente. L'A. invece, prevedendo che la Turchia non gli avrebbe riconosciuto il carattere d'ambasciatore, rifiutò di compromettere la fama ch'egli si era acquistata sulle rive del Bosforo. Dopo la battaglia di Waterloo, l'A. e il La Besnadière, inviati dal governo provvisorio al quartier generale inglese e consapevoli entrambi della situazione internazionale, proposero invano al duca di Wellington di richiamare senz'altro Luigi XVIII sul trono di Francia, sospendendo le operazioni militari. Questo disegno non poté essere attuato per la resistenza di altri plenipotenziarî del governo provvisorio, che si illudevano ancora di poter impedire il ritorno dei Borboni. Reduce a Parigi il 4 luglio 1815, l'A. si ritirò a vita privata consacrandosi a studî di idraulica, di geografia e d'arte militare. Egli lasciò pure uno scritto: Opérations des pontonniers en Italie, che fu stampato a Parigi nel 1843. Fu membro dell'Accademia delle scienze, e nel 1827 venne eletto membro della Camera dei deputati. Morì a Montauban, il 10 settembre 1828.
Bibl.: Marion, Notice nécrologique sur le Lieutenant général Comte Andréossy, Parigi 1843.