ANTITAURO (A. T., 88-89)
Nome poco felice usato dagli antichi geografi in senso mal precisato, riservato oggi al settore orientale del Tauro tra i fiumi Giaiḥūn superiore (conca di Albistān) e Zamanti Sū, il quale ultimo divide l'Antitauro così dal Tauro come dal grande gruppo vulcanico dell'Argeo (Ergias), che sorge a N. di esso. A S. l'Antitauro si immerge sotto il tavolato miocenico della Cilicia, a ponente l'Amano lo separa dalla conca di Mar‛ash, colmata anch'essa da depositi miocenici. A N. il sistema si perde sotto il grande altipiano steppico di Ūzūn-Jaila (alto circa 1800 m.), ricoperto da conglomerati pliocenici e quaternarî e da argille rosse diluviali. L'Antitauro si può quindi considerare come una parte sud-orientale del grande orlo rilevato dell'altipiano anatolico. Esso è poco noto così topograficamente come geologicamente. Vi si notano due catene principali: orientale l'una, che si erge in direzione NS. e culmina a circa 3000 m. col grande massiccio del Bimboga Dagh; occidentale l'altra, che si dirige verso SSO. elevandosi fino a circa 2700 m. Fra di esse si estende una regione ondulata, il cui tipo di montagna media contrasta col tipo d'alta montagna delle due catene, e che si viene allargando verso mezzodì; la sua altitudine si aggira sui 2000 m.; l'attraversa il fiume Seiḥun e vi siede la città di Hagin. Esternamente alle due catene s'addossa pure una zona a carattere di altipiano. A formare il sistema prendono parte scisti cristallini e calcari e scisti paleozoici fittamente piegati, cui si addossano terreni più recenti come copertura di limitata importanza. Fino a 2400 m. sale la vegetazione arborea, qua e là interrotta da prati; più in alto, fino alle cime più elevate, si stendono i pascoli alpini.
Bibl.: P. Tchihatcheff, Asie Mineure, Parigi 1866-69; H. Grothe, Meine Vorderasienexpedition 1906-07, II, Lipsia 1911; A. Philippson, Kleinasien, in Handbuch der regionalen Geologie, V, ii, Heidelberg 1918.