ANTIPODI (gr. 'Αντίποδες da ἀντί "dall'altra parte" e πούς, ποδός "piede")
Vocabolo usato da Platone, per designare gli abitanti della parte della terra diametralmente opposta all'οἰκουμένη, cioè al continente formato dall'Europa, dall'Asia e dalla Libia. Il concetto di Antipodi presuppone quello della sfericità della Terra, ammessa, come è noto, dalla scuola pitagorica; anzi ai Pitagorici si fa risalire anche di solito il concetto stesso di Antipodi. Secondo una dottrina che poi si consolidò nel periodo più florido della scienza geografica greca, e fu sostenuta, a quanto pare, anche da Eratostene, le "abitabili" sul globo terracqueo erano quattro, cioè: l'Ecumene conosciuta, occupante una parte dell'emisfero boreale, un'altra sul lato opposto dello stesso emisfero, i cui abitanti eran detti περίοικοι, e due abitabili nell'emisfero meridionale, cioè una nella stessa posizione dell'ecumene rispetto ai meridiani (ma a latitudini australi), i cui abitanti erano detti ἄντοικοι o ἀντίχϑονες, e infine una a longitudini e latitudini opposte rispetto all'ecumene; gli abitanti di quest'ultima sono propriamente gli Antipodi, οἱ κατὰ διάμετρον ἐν ταῖς ἐναντίαις ζώναις οἰκοῦντες, come dice Achille Tazio (cap. 30); qui adversis vestigiis stant contra nostra vestigia, secondo l'espressione di Cicerone (Acad., II, 123); essi hanno, tanto la successione del giorno e della notte, quanto quella delle stagioni, opposte alle nostre. Genericamente si designarono poi spesso come Antipodi tutti i supposti abitanti dell'emisfero australe o della zona abitata di esso.
Nell'età classica, la dottrina degli Antipodi non poteva incontrare ostacoli presso le persone colte, essendo diffuso il concetto che ogni oggetto pesante tende verso il centro della terra, e perciò verso questo sono diretti anche i piedi degli abitanti in qualsiasi punto della superficie terrestre; ma lo schema sopra accennato della terra quadripartita, ossia delle quattro abitabili, fu accolto dai geografi come teoria, o meglio come ipotesi, con valore dottrinale, non come fatto constatato dalllesperienza dei naviganti. L'ultima eco di queste dottrine classiche si ha in Marciano Capella (VI, 590-91).
La dottrina degli Antipodi fu invece negata per lo più dai Padri della chiesa, presso i quali prevale il concetto della terra piana e del cielo emisferico: recise sono già le espressioni di Sant'Agostino (De Civit. Dei, XVI, 9), mentre S. Isidoro non si pronunzia mai espressamente; violente, nella loro sprezzante negazione, sono le frasi di Lattanzio (Divinar. Institut., III, 23). Ma nel sec. VI anche Cosma Indicopleuste, studioso che aveva lungamente viaggiato, costruendo nella sua Χριστιανική Τοπογραϕία un sistema cosmico suo proprio, più volte combatte la dotttina degli Antipodi (ediz. Winstedt, Cambridge 1909, 56 C, 64 B, 65 C, 132 A, 192 B). Nel 741, avendo Virgilio vescovo di Salisburgo osato affermare la rotondità della terra e l'esistenza degli Antipodi, la sua dottrina fu sconfessata dallo stesso pontefice Zaccaria come perversa e iniqua.
Nel tardo Medioevo, tuttavia, in una con la sfericità della terra, la supposta esistenza di terre abitate nell'emisfero opposto al nostro torna ad essere dichiarata, nella forma stessa esposta dagli antichi, p. es. da Guglielmo di Conches e da Alberto Magno (De Natura locorum, cap. X); ancor prima, al principio del sec. XII, Lamberto di Saint-Omer figura gli Antipodi nei suoi mappamondi, accompagnando la figurazione con leggende che inducono a pensare ch'egli ammettesse senza esitare la loro esistenza; e se ancor nel sec. XIV alcuni sostenitori della dottrina degli Antipodi, come Pietro d'Abano e Cecco d'Ascoli, furono fieramente combattuti, nel secolo seguente, anche in opere tra le più ortodosse, tale dottrina viene ormai esposta senza contrasti; basti citare, per tutte, la Imago Mundi del cardinale Pietro d'Ailly. Non andrà molto che i navigatori portoghesi, riconoscendo, in successive navigazioni, la costa atlantica dell'Africa, varcato l'Equatore, recheranno la prova decisiva che il continente africano è abitato anche nell'emisfero meridionale, da genti che sarebbero veramente, secondo il linguaggio dei Greci, gli Anteci rispetto a noi. All'alba del sec. XVI, i viaggi di Americo Vespucci lungo le coste del Nuovo Mondo accerteranno l'esistenza di paesi abitati, a latitudini australi, anche nelle plaghe transoceaniche.
Oggi sappiamo che agli antipodi dell'Europa c'è una parte dell'Oceano Pacifico, nella quale l'unica terra estesa è la Nuova Zelanda. Un'isola a SE. della Nuova Zelanda, presso a poco sull'antimeridiano di Greenwich e a 50° lat. S. (agli antipodi della città di Dieppe della Manica) porta il nome di isola degli Antipodi (v. sotto).
Bibl.: Pauly-Wissowa, Real-Encycl., I, s. v.; G. Marinelli, La geografia e i padri della chiesa, in Scritti Minori, I, Firenze 1908; K. Kretschmer, Die physische Erdkunde im christlichen Mittelalter, Vienna 1889; G. Boffito, Cosmografia primitiva, classica e patristica, in Mem. Pontif. Accad. Nuovi Lincei, XIX-XX (1903); C. R. Beazley, The Dawn of modern geography, I, cap. VI, Londra 1897; J. L. Wright, The geographical Lore of the time of the Cruisades, New York 1925.