ANTIPHANES di Argo (᾿Αντιϕάνης; Antiphánes)
Bronzista greco. Fu allievo di Periklytos, a sua volta discepolo di Policleto e anche discepolo di Kleon di Sicione (Paus., v, 17, 3). A Delfi A. foggiò per gli Argivi un colossale cavallo di bronzo, evidente ricordo di quello troiano, per commemorare la vittoria ottenuta contro gli Spartani nel 414 a. C.; del cavallo è stato ritrovato sulla via sacra il basamento con l'iscrizione dedicatoria: Pausania (x, 9, 12) riferisce erroneamente il monumento alla vittoria del 546 a. C. A. collaborò con altri artisti noti al donario eretto, sempre a Delfi (dove sono conservati i resti della base), dagli Spartani per la vittoria di Egospotami del 405 a. C.: in questo donario, che comprendeva 37 statue di divinità e dei comandanti che con Lisandro avevano conseguita la vittoria, A. scolpì le figure dei Dioscuri (Paus., x, 9, 7). Nel donario innalzato dagli Arcadi, come prova l'iscrizione dedicatoria e non, come afferma Pausania (x, 9, 5 s.), dai soli Tegeati, per ricordare la spedizione compiuta in territorio spartano insieme ad Epaminonda e ai Tebani verso il 369 a. C., A. eseguì le statue di Elato e Afidamante, figli di Arcade, quella di Eraso, figlio di Trifilo, secondo Pausania, o di Arcade, secondo altre fonti. La firma di A. è ripetuta su due delle basi superstiti dell'ex voto, che, come i precedenti, si trovava sulla via sacra di Delfi. Quivi A. lavorò ancora una volta per gli Argivi, collaborando al gruppo di statue poste nella grande nicchia semicircolare che è alla destra di chi ascende la via sacra, erette in ricordo della collaborazione argiva alla nuova fondazione di Messene (369 a. C.). Le statue, in numero di venti, rappresentavano i mitici re di Argo (Paus., x, 10, 5), da Danao fino ad Eracle. La firma di A. è incisa sul blocco che reggeva le statue di Perseo e della madre Danae, e poiché mancano sui blocchi adiacenti altre firme di artisti, non è da escludere che anche altre statue del donario siano state eseguite dallo stesso Antiphanes. Dalle impronte dei piedi della statua di Perseo si è desunto che la figura era rivolta a destra e che, con il braccio destro sollevato, reggeva la testa di Medusa: in base a tali indizi - invero, non del tutto probanti - si è voluto riconoscere la figura di Perseo in una celebre statua di bronzo trovata in mare, presso l'isola di Cerigotto; ma forse essa rappresenta semplicemente un atleta vincitore e non è nemmeno sicuro che sia un originale greco. Tuttavia, l'opera rivela una nuova concezione della figura virile nuda, tema principale dell'arte della scuola policletea preferito da A. per le sue figure di divinità e di eroi.
Bibl: C. Robert, in Pauly-Wissowa, I, c. 2522, s. v., n. 22; Suppl. I, c. 93; W. Amelung, in Thieme-Becker, I, p. 559, s. v.; E. Bourguet, in Fouilles de Delphes, III, I, pp. 4 ss., 41 ss., 56, e 384 ss.; F. Johnson, Lysippos, Duhram 1927, p. 7 ss.; G. Daux, Pausanias à Delphes, p. 79 ss., p. 92 ss., p. 116; Ch. Picard, Manuel d'arch. grecque. La sculpture, II, p. 645 ss., III, p. 288 ss.; G. Lippold, Handb. d. Arch., V, Monaco 1950, pp. 216, 247.