ANTIPATRO di Bostra
Vescovo di Bostra, eletto fra il 451 e il 457. Si ha notizia di lui, la prima volta, in una lettera diretta dall'imperatore Leone I a parecchi vescovi (Mansi, Conciliorum amp. collect., VII, col. 523). Sappiamo anche che si adoperò nel 458 per far liberare dalle prigioni di Bostra, a istanza di S. Eutimio, Terebone I filarca dei Saraceni. Il settimo concilio ecumenico (787) lo qualificò come uno dei più eletti padri dell'antichità. Con certezza sappiamo che egli scrisse una confutazione (ἀντίρρησις) dell'apologia di Origene scritta da Eusebio di Cesarea. Di questa confutazione ci rimangono frammenti (Mansi, XIII, col. 178) negli atti del secondo concilio di Nicea e (Patrol. gr., XCVI, coll. 482-487-502) nelle citazioni che del cap. XV di essa fa S. Giovanni damasceno. Gli atti del già citato settimo concilio ecumenico (II niceno) ci conservano anche un piccolo frammento di un sermone di Antipatro sull'emorroissa. Anastasio sinaita nelle sue Sententiae patrum riporta brani di un sermone di Antipatro Εἰς τόν σταυρόν e di un altro dove sono riferite le opinioni cristologiche di Apollinare di Laodicea (Mai, Script. vet. nova collectio, VII, p. 204; Patrol. gr., LXXXIX, col. 1185). Altre due omelie infine (Patrol. gr., LXXXV, col. 1763) vanno sotto il nome di Antipatro, per quanto con assai scarsa attendibilità: la prima per la nascita di Giovanni il Battista, la seconda sull'Annunciazione.
Bibl.: O. Bradenhewer, Geschichte der altkirchlichen Literatur, IV, Friburgo in Br. 1924, p. 304 segg.