Vedi ANTIPARO dell'anno: 1973 - 1994
ANTIPARO (᾿Ωλίαρος, greco mod. ᾿Αντίπαρος)
Isola greca nell'arcipelago delle Cicladi, lunga circa km 3, di 27 km2 di superficie, a S-O di Paro, da cui è separata da uno stretto canale. Fu la prima delle Cicladi a restituire ceramica, vasi di marmo e figurine del tipo ora noto come Cicladico Antico. Queste scoperte, pubblicate dapprima dall'esploratore J. Th. Bent, furono ben presto seguite da trovamenti simili in molte altre località delle Cicladi, specialmente Nasso, Amorgo e Siro.
Saliagos, il più antico luogo preistorico finora investigato nelle Cicladi, è una piccola isola nel canale tra Paro e Antiparo. Date desunte dal radiocarbone pongono la sua fioritura intorno al 4000 a. C. A quell'epoca il livello del mare a quanto pare era alcuni metri più basso di quello odierno, e Paro e A. erano unite da un istmo. Saliagos era allora un promontorio occupato da un villaggio o da una grande fattoria di pescatori e agricoltori neolitici. Le case erano costruite di pietra e racchiuse da un muro perimetrale. Pecore e capre erano i principali animali domestici, e si allevavano anche bovini e porci. L'orzo era il cereale principale, insieme ad un tipo di grano. Si pescavano tonni in gran numero, e si sono trovate numerose punte di pietra scheggiata che servivano probabilmente per denti di fiocine con cui si pescavano questi pesci e gli octapodi.
La ceramica ha una caratteristica decorazione dipinta in bianco, e il colore è applicato sulla superficie marrone bruciato. La forma più frequente è una coppa aperta su un alto sostegno, ed erano comuni anche le giare. Il secondo importante artigianato era la produzione di strumenti di pietra scheggiata, fra cui le punte già ricordate. Il materiale usato era l'ossidiana, che assume fratture concoidali e che può esser facilmente lavorata. Analisi spettroscopiche hanno dimostrato che era importata da Milo, che dista 40 km a S-O. L'uso del metallo in questo periodo non era noto e le asce per lavorare il legno erano fatte di smeriglio, pietra eccezionalmente dura importata da Nasso, che si trova a 10 km ad E di Paro. Questi trovamenti di smeriglio e di ossidiana costituiscono la sola chiara testimonianza di commercio in quest'epoca, sebbene pochi frammenti di ceramica di argilla pallida e decorata con vernice rossa siano certamente d'importazione; rassomigliano alla ceramica a vernice opaca del Neolitico Tardo della Grecia meridionale, che è approssimativamente della stessa data. La tessitura è attestata a Saliagos da numerose fusaiole ritagliate in frammenti di ceramica.
Questi varî trovamenti ci danno un quadro ben documentato della vita di questi contadini e pescatori neolitici. Dal punto di vista religioso le figurine trovate sono particolarmente interessanti. Una piccola figurina acefala di una grassa donna seduta è paragonabile alle figurine femminili steatopigie del Neolitico Antico e Medio di Grecia e di Anatolia. Allo stesso tempo sono note anche figurine estremamente schematiche in marmo, che costituiscono un prototipo, notevolmente vicino, delle semplici figurine marmoree del seguente periodo Cicladico dell'Età del Bronzo. Questa coesistenza, in questo periodo, di figurine veramente realistiche e ben modellate e di altre molto più semplici e stilizzate, era un poco inaspettata, e sta ad indicare che lo sviluppo della scultura nell'Egeo preistorico non avvenne mediante un processo singolo e con una evoluzione su un'unica linea.
Un altro luogo della cultura neolitica di Saliagos, Voum, si trova sulla costa occidentale di Antiparo. Insieme con gli abitati di Mykonos e di Milo, offre tutto ciò che si conosce delle Cicladi in periodo neolitico. La cultura di Saliagos non appare strettamente connessa con le altre contemporanee di Creta, dell'Anatolia o della Grecia continentale, sebbene le punte di ossidiana trovate in questa ultima regione siano paragonabili a queste di Saliagos. Le origini di questa cultura per il momento ci sono sconosciute.
Il successivo Cicladico dell'Età del Bronzo è stato diviso in tre fasi culturali e cronologiche. La prima, la cultura di Grotta-Pelos, che si data dal 3000 circa al 2500 circa a. C. è rappresentata particolarmente bene ad A., specialmente dalle necropoli di tombe a cista, lunghe circa m 1,50, costruite di lastre piatte di marmo. J. Th. Bent e Chr. Tsountas trovarono ambedue in queste tombe semplici pissidi di argilla decorate con incisioni a spina di pesce. Tombe simili sono state trovate nella vicina isola di Dhespotikon, lunga km 5, che si trova immediatamente a S-O di Antiparo. N. Zapheiropouios, eforo delle Antichità delle Cicladi, ha recentemente scavato a Zoumbaria in Dhespotikon, un abitato di questo periodo che era stato fortificato con un muro perimetrale.
Tombe a Dhespotikon e a Krassades nella zona S-E di A., contenevano ugualmente vasi di marmo, specialmente di forma con piede e con manici, e numerose figurine schematiche a violino, che hanno una stretta somiglianza con i trovamenti del Neolitico di Saliagos. In queste tombe si sono anche trovati vaghi di pietra insieme a lame di ossidiana. L'unico metallo cicladico trovato che può attribuirsi a questo periodo è una piccola figurina di piombo da A., trovata dal Bent.
Il secondo periodo culturale del Cicladico dell'Età del Bronzo, la cultura di Keros-Syros, databile da circa il 2500 a circa il 2000 a. C., è rappresentato nel gruppo insulare di A. soltanto da una coppa su piede da Dhespotikon e da poche figurine di marmo del noto tipo a braccia piegate. La terza fase, la cultura di Philakopi I, non è ancora documentata in A., sebbene ci sia un'importante località a Paroikia nella zona occidentale di Antiparo.
L'Età del Medio Bronzo è ugualmente non attestata finora, sebbene ci siano trovamenti di questo periodo a Paroikia. Ma i luoghi del Medio Bronzo nelle Cicladi in ogni caso non sono molto comuni. Una singola località del Tardo Bronzo è stata scoperta sulla costa nord-occidentale di Antiparo. Il trovamento principale è rappresentato da una brocca del Tardo Minoico I A come forma e decorazione, probabilmente una imitazione cicladica di un prototipo minoico.
Il significato di A. per la preistoria dell'Egeo consiste così nei suoi resti neolitici e nei numerosi trovamenti dall'epoca più antica del Cicladico dell'Antico Bronzo. (Si veda la voce cicladica, arte, vol. ii, p. 581). Nel periodo preistorico più tardo la sua importanza declina e non si ristabilisce fino al periodo Geometrico. L'intensa viticultura dei tempi classici ed ellenistici è documentata da fosse per la coltivazione presenti in molti luoghi nella zona N-E dell'isola e a Paro.
Nel centro della produzione localizzato ad Haghia Kyriaki, si sono trovati resti di molte anfore, alcune con bolli sui manici (ΓΟΡΓΟΥ; ΚΛΕΟΝΟ; ΠΑΡΙΩΝ).
Bibl.: J. T. Bent, The Cyclades - Researches among the Insular Greeks, 1884; C. Tsountas, Kykladika, in Eph. Arch., 1898; C. Zervos, L'Art des Cyclades, Parigi 1957; C. Renfrew, Cycladic metallurgy and the Aegean Early Bronze Age, in Am. Journ. Arch., 71, 1967; J. D. Evans - C. Renfrew, Excavations at Saliagos near Antiparos, in British School at Athens Supplementary, V, 1968.