ANTIOCO V di Siria, detto Eupatore ('Α. ὁ Εὐπάτωρ)
Figlio di Antioco IV e di Laodice, succedette appena novenne al padre (163 a. C.), che l'aveva associato al trono e posto sotto la tutela di Lisia quando iniziò la sua spedizione in Oriente. Prima di morire l'Epifane nominò reggente del figlio il suo ministro Filippo, che s'affrettò con l'esercito ad Antiochia, ove però fu preso ed ucciso da Lisia, che rimase solo reggente di A. Frattanto giungeva per la revisione del trattato di Apamea un'ambasceria romana, il cui capo Gneo Ottavio venne pugnalato. Benché Lisia negasse la connivenza del governo, i Romani si vendicarono lasciando partire da Roma Demetrio I Sotere, che sbarcò a Tripoli in Fenicia e fu accolto in Antiochia come liberatore. Antioco e Lisia furono arrestati e per ordine di Demetrio messi a morte (162 a. C.).
Fonti: Polyb., XXXI, 12, 19 segg.; I Macc., 16, 18 seg.; II Macc., 11 segg.; Appian., Syr., 46, 66; Liv., Perioch., 46; Ios. Flav., Ant. Iud., XII, 362 segg.; Euseb., Chron., I, 253 Schöne.
Bibl.: Bevan, The House of Seleucus, I, Londr 1902, pp. 136, 178 segg.; Bouché-Leclercq, Hist. des Séleucides, Parigi 1913-14, pp. 209, 307 segg., 315; Babelon, Les rois de Syrie, Parigi 1890, p. cxiii segg.; Head, Hist. Num., 2ª ediz., Oxford 1911, p. 763; Dittenberger, Or. Gr. Inscr., I, 252; Strassmaier, in Zeitschr. für Assyr., VIII (1893), p. 110.