ANTINOUPOLI ('Αντινόου πόλις, o semplicemente 'Αντινόου; Antinou)
Città fondata nel 130-i d. C. (non, come prima si credeva, nel 122) dall'imperatore Adriano - e perciò designata anche, secondo Stefano di Bisanzio, come Adrianopoli - durante il suo viaggio in Egitto, per onorare la memoria del suo favorito Antinoo (v.) annegatosi nel Nilo. L'imperatore ciò facendo ubbidiva, del resto, anche al desiderio di applicare la sua politica diretta al rafforzamento dell'ellenismo.
La città era posta sulla sponda orientale del fiume, nel medio Egitto, tra 27°30′28 di lat. N. e 30°30′31 di long. E., quasi di fronte ad Ermupoli. Sorgeva sul luogo o nelle immediate vicinanze d'una preesistente città Besa, allora sparita o in grande decadenza. Divenne la capitale del nomo Antinoite che si ottenne impiccolendo l'Ermopolite. Appartenne dapprima all'Eptanomide, ma più tardi fu annessa alla Tebaide. Ebbe organizzazione di città autonoma (πόλις), con la divisione degli abitanti in tribù e demi e con un proprio senato presieduto da un pritane. La pianta e l'architettura di A. non avevano nulla di egiziano, poiché la prima rispondeva al modello ippodameo già adottato per Alessandria alla cui ideale ricostruzione, per analogia, lo studio di A. molto contribuisce, e la seconda rispondeva al tipo grecoromano dell'età traianea. La pianta rispondeva alla figura geometrica del trapezio. Era circondata di mura da tre parti, la quarta confinando col fiume, dove sorgeva il porto. Le necropoli si stendevano, come in Alessandria, fuori delle mura. Le strade si tagliavano ad angolo retto, formando scacchiera, le secondarie essendo parallele a due principali, una in direzione N-S., l'altra E-O., incrociantisi non nel centro ma più verso il fiume. Le case formavano piccoli blocchi (insulae).
Le strade erano generalmente fiancheggiate da portici ("cette ville était un continuel peristyle" dice il Lucas, che ne vide le rovine nel 714). Lo Jomard, al tempo di Napoleone, poté vedere e descrivere molti monumenti oggi spariti. Vi si notavano porte monumentali, archi di trionfo, l'agora, terme, un teatro, uno stadio, il sepolcro di Antinoo, il pretorio, colonne onorarie, ecc.
Il pochissimo che sopravvive trovasi presso il luogo dell'attuale borgata Shēkh Abade, designata dai Copti anche come Ansine.
Ripetute campagne di scavo vi sono state compiute sulla fine del secolo scorso, con metodi molto discutibili, da Albert Gayet, che ne ha resi noti i risultati in numerose relazioni e memorie. Più tardi vi ha scavato l'Egypt Exploration Fund, ma l'esplorazione non è esaurita.
Bibl.: Jomard, in Description de L'Ègypte, ecc., Parigi 1809-1840, IV, p. 197 esg.; E. Kühn, Antinoopolis. Ein Beitrag zur Geschichte des Hellenismus im römischen Aegypten, Gottinga 1913 (con copiosa bibliografia); M. J. de Johnson, Antinoe and its Papyri, in Journ. of Egypt. Arch., I (1914), pp. 168-181.