antinidatorio
agg. Che impedisce la fissazione dell’ovulo fecondato alla parete interna dell’utero.
• In Italia la diffusione della pillola anticoncezionale è fra le più basse in Europa: intorno al 16%, circa la metà rispetto a quella delle donne inglesi. E anche per la cosiddetta contraccezione d’emergenza ‒ la «pillola del giorno dopo», per la quale comunque non si può escludere un effetto antinidatorio ‒ i numeri dicono altro (Assuntina Morresi, Avvenire, 29 maggio 2012, p. 2, Seconda pagina) • Ad avanzare fondate obiezioni scientifiche e giuridiche a questa deriva è ora il ricorso al Tar del Lazio del pool di associazioni d’ispirazione cristiana che contestano la parte del provvedimento Aifa nella quale «si afferma in modo apodittico e indimostrato che il farmaco non può impedire l’impianto nell’utero di un ovulo fecondato, causando l’interruzione della gravidanza, cioè un aborto, provocando la morte dell’embrione». Visto che il farmaco ha un effetto «antinidatorio», impedendo cioè l’annidamento nell’utero dell’embrione già eventualmente formato, allora è inevitabile che renda impossibile il suo sviluppo e ne causi la morte. Che si chiama aborto. (Francesco Ognibene, Avvenire, 2 aprile 2014, p. 9, Attualità).
- Adattato dall’agg. ingl. antinidatory.
- Già attestato nell’Unità del 5 aprile 1991, p. 9, Politica Interna (Alceste Santini), nella variante grafica anti-nidatorio.