ANTIMITOTICI
Nome generico per designare quei farmaci che hanno un'azione inibente la divisione cariocinetica o mitotica; essi sono anche detti citostatici in quanto determinano citostasi, cioè impediscono la riproduzione cellulare. Siccome le radiazioni esplicano esse pure un'azione antimitotica, questi farmaci sono pure chiamati radiomimetici. Molti farmaci di varia origine esplicano attività antimitotica; fra i più tipici sono la colchicina, alcaloide del colchicum autumnale, e i suoi derivati, l'uretano, varî derivati dell'arsenico, alcuni chinoni, il tallio, ecc. Anche alcune antivitamine, specialmente gli antifolici, esplicano indirettamente un'azione antimitotica. Molto importanti sono pure i derivati dell'yprite (gas mostarda), specialmente le azoipriti, ed altri agenti alchilanti come gli etileniminici (TEM) e i sulfonossibutani.
Gli a. hanno una grande importanza nella patologia sperimentale, in quanto permettono di studiare la durata del tempo intercinetico medio dei varî elementi cellulari ed hanno consentito di conoscere gli effetti patologici consecutivi alla sospensione della rigenerazione fisiologica, ed arrivare così all'identificazione della sindrome da blocco mitotico secondo G. Marinone, e più genericamente alle varie situazioni di patologia arigenerativa secondo la nomenclatura di A. Baserga: si ha per una dose forte anzitutto un'atrofia del tubo digerente (enteropatia arigenerativa) poi un'aplasia del midollo osseo che si rende evidente nei giorni successivi con diminuzione dei globuli bianchi e delle piastrine e più tardi con anemia, indi azoospermia, caduta dei peli e solo in un tempo più tardivo danni evidenziabili negli organi a rinnovamento cellulare lento. Molte di queste sostanze sono anche potenti agenti mutageni.
Gli a. possono esplicare varî effetti terapeutici, inibendo tutte le reazioni cellulari, anche quelle infiammatorie e anticorpopoietiche: potrebbero quindi essere usati in varie affezioni infiammatorie, artritiche ed immunologiche, se la loro elevata tossicità non ne restringesse però l'uso. In pratica vengono usati solo nella cura delle leucemie, del linfogranuloma e di qualche altra forma tumorale: in tali forme gli a., che agiscono da citochemioterapici differenziali, in quanto sono dannosi per la riproduzione delle cellule normali in un grado alquanto minore che per la riproduzione delle cellule leucemiche, se bene applicati con prudenza nei casi indicati, possono portare notevoli miglioramenti clinici e prolungamenti anche di anni della sopravvivenza. Attualmeme vengono soprattutto impiegati le azoipriti e la TEM nelle forme linfatiche, linfosarcomatose e in alcuni tumori polmonari, i sulfonossibutani nelle leucemie mieloidi croniche, gli antifolici e la 6-mercaptopurina nelle leucosi acute. Le ricerche in corso su questi farmaci giustificano ulteriori speranze per la terapia delle neoplasie.
Bibl.: A. Baserga, Aspetti clinici ed impiego terapeutico degli antimitotici, in Giornale Italiano di Chemioterapia, I (1954).