ANTIGONO Caristio ('Αντίγονος ὁ Καρύστιος, Antigŏnus Carystius)
Visse nella prima metà del sec. III a. C. (295/90 - dopo 239) nel periodo più fecondo della vita letteraria ellenistica. In Eubea, sua patria, conobbe Menedemo, di cui sentì dapprima l'influsso filosofico; attese ben presto a viaggi nella Grecia facendo tesoro di osservazioni e di notizie che gli giovarono nelle sue opere storiche ed artistiche. Nel 270 circa si trova in Atene, ove si dedica alla statuaria ed ha contatto con la scuola degli accademici, per i quali ebbe sempre una certa predilezione. Più tardi si stabilisce in Pergamo, forse con Eumene (263-241), certo sotto Attalo I (241-197) al cui monumento in memoria della vittoria sui Galati (239) lavora con Isogono, Piromaco, ecc. (Plin., XXXIV, 84; cfr. Fränkel, Inschr. v. Pergam., 20 seg.; Loewy, Inschr. gr. Bildh., 154; Brunn, Gesch. d. gr. Künstl., I, 309). Fu anche scrittore, e a lui si attribuiscono varie opere, sebbene taluno (Loewy, 120 segg.) muova dubbî sull'identità dello statuario e dello scrittore. Plinio (Naturalis Historia, XXXIX, 84; XXXV, 68, e passim) e Diogene Laerzio (VII, 187) ricordano l'opera sua sulla pittura e sulla plastica, opera che, nonostante le critiche mosse da Polemone (nell'opera Contro Adeo e Antigono), ebbe un'importanza notevole, segnando un grande progresso nella storia dell'arte, poiché Antigono, anche per ricerche personali, si occupò dell'autenticità delle opere d'arte e del loro valore artistico, tenendo conto delle relazioni di scuola fra gli autori. Tale carattere personale, per cui Antigono occupa un posto ragguardevole fra i letterati del suo tempo, presentano anche le Vite dei filosofi, di cui larghi tratti ci conserva Diogene Laerzio. Abbiamo notizie e frammenti delle vite di Menedemo, del peripatetico Licone, degli scettici Pirrone e Timone, degli stoici Zenone e Demetrio di Eraclea, degli accademici Polemone, Crantore, Cratete, Arcesilao. In queste vite il biografo sfrutta i suoi ricordi personali; accetta le notizie orali o scritte tramandate con attendibilità storica, fa la rassegna delle opere dei filosofi, non con intento puramente pinacografico, ma in rapporto allo stile. Antigono per primo ci dà dei quadri biografici nei quali la figura si presenta viva nei suoi tratti caratteristici, nella sua funzione sociale ed artistica e nel suo valore rispetto alla storia del pensiero. Lo stile delle biografie era facile, scorrevole, arguto, e questo fatto apporta gravi dubbî sull'autenticità dell'altra opera attribuita ad Antigono, cioè le Notizie paradossografiche conservate nel cod. pal. 398. In questi cinque libri, dei quali taluno è compendioso riassunto di altri lavori (il V deriva dalle Meraviglie di Callimaco, il II dal libro IX della Storia degli animali di Aristotele, il III dagli altri libri della stessa Storia), altri (I e IV) sono raccolte di notizie tratte da varî autori con aggiunte particolari di Antigono stesso, si nota uno stile arido, duro, senza pregio alcuno. Però non vi sono ragioni gravi per negare anche questo libro ad Antigono di Caristio, del quale pare di sentire la personalità negli accenni polemici contro Archelao e Callimaco per influsso dell'animosità che divideva la scuola alessandrina dalla pergamena. Pare invece certo che non sia suo il Περὶ λέξεως citato da Ateneo, forse opera di Antigono Caristio il giovane (v. sotto).
Frammenti in R. Köpke, De Antigono Carystio, Berlino 1862. La raccolta paradossografica nella collezione dello Xylander (Basilea 1568); I. Meursius, Histor. mirabilium auctores Graeci, Leida 1622; A. Westermann, Παραδοξογράϕοι. Script. rerum mirab. Graeci, Brunswick 1839; O. Keller, Rerum naturalium scriptores Graeci minores, I, Lipsia, 1877.
Antigono Caristio il giovane. - Vissuto circa gli anni 60-40 a. C. Un suo epigramma (Anth. Pal., IX, 406) è inserito nella corona epigrammatica di Filippo (Anth. Pal., IV, 2, 13). Di un suo poemetto in esametri, intitolato 'Αντίπατρος, dà notizia Ateneo (III, 82 b) che ne cita due versi riguardanti le mele di Corinto. A lui è attribuito anche lo scritto 'Αλλοιώσεις (Trasformazioni) ricordato dall'index della narrazione 23 di Antonino Liberale, e che forse era in versi piuttosto che in prosa. L'importanza di questo Caristio è determinata dal fatto che la sua produzione indica ininterrotto lo svolgimento e la trasformazione della letteratura ellenistica nella romana, su cui influisce insieme con Partenio e pochi altri. Anche il Περὶ λέξεως, di cui porta frammenti Ateneo (III, 88 a; VII, 297 e), derivando dal Λειμών di Panfilo, è forse opera di questo A.
Bibl.: Per A. il vecchio, cfr. principalmente U. v. Wilamowitz, Antigonos v. Karystos, Berlino 1881; F. Susemihl, Gesch. der gr. Liter. in der Alexandrinerzeit, I, Berlino 1891, pp. 468-475, 519-523; C. Robert, Archäol. Märch., in Phil. Unters., X; id., in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., d. class. Altertumswiss., I, col. 2421. - Per A. il giovane: Knaack, Analecta Alexandrino-Romana, Berlino 1880, p. 69 seg.; Wilamowitz, op. cit., pp. 169-174; Susemihl, op. cit., I, p. 408; C. Cessi, La poesia ellenistica, Bari 1912, p. 163 seg.