ANTIGENE (dal gr. ἀντί "contro" e radice γεν "produrre")
Si dice che una sostanza ha proprietà antigene, o è antigene, quando, essendo introdotta in un organismo animale per via paraenterica o parenterale (cioè per via extraintestinale, in modo da evitare le trasformazioni digestive gastroenteriche), l'organismo inoculato reagisce sviluppando nel proprio sangue proprietà antagoniste specifiche verso la sostanza medesima. L'esperienza ha dimostrato che solo alcune categorie di sostanze possono produrre tale effetto: sono sempre materie organiche di natura proteica (eccezionalmente possono fungere da antigeni anche sostanze lipoidee, ma pare necessaria la presenza di sostanze proteiche; così pure eccezionalmente una sostanza proteica può agire da antigene per via gastroenterica se è assorbita senza essere attaccata dai fermenti digestivi). Gli antigeni possono essere sotto forma di cellule vegetali, batteriche, animali, oppure di albumine disciolte della più svariata provenienza: possono essere cellule o albumine più o meno innocue) oppure dotate di grande virulenza (germi delle malattie infettive) o tossicità (tossine microbiche, veleni di serpenti). In generale una proteina proveniente da una data specie animale non funziona da antigene se è iniettata allo stesso individuo o ad altro della stessa specie. Le proteine di un animale possono funzionare da antigene anche in detti casi, a condizione di essere state così denaturate da perdere i caratteri proprî della specie. L'organismo reagisce alla introduzione dell'antigene, in quanto si tratta di proteina estranea o eterogenea, non modificata convenientemente dai succhi digestivi, dalla quale deve liberarsi; è una reazione difensiva di valore biologico generale. Un caso particolare è quello della reazione contro i microbi patogeni e i loro veleni; ma appunto questo caso particolare ha permesso la scoperta del fenomeno (scoperta della antitossina del tetano, Behring e Kitasato 1890). Lo studio degli antigeni e delle reazioni da essi provocate, ottenibili col sangue, e precisamente col siero di sangue, costituisce un ramo delle scienze biologiche cui si è dato il nome di sierologia; i sieri contenenti gli anticorpi si dicono sieri immuni e i fenomeni da essi esplicati fenomeni immunitari, per quanto possano non avere alcun rapporto con l'immunità com'è comunemente intesa, all'infuori del caso in cui l'antigene è un microbo patogeno o un suo veleno; il qual caso, essendo stato il primo conosciuto, ha dato, per estensione, il nome a tutta questa categoria di fenomeni (v. anticorpi).