antielitismo
(anti-elitismo), s. m. La tendenza al contrasto sistematico dei privilegi delle élite.
• A regnare è ormai l’antielitismo, non solo per la delusione che si prova nei confronti delle classi dirigenti, ma anche per effetto delle tecnologie moderne: Internet tende a eliminare il ruolo dei corpi intermedi, impone l’accelerazione, annientando i tempi di deliberazione. (Marc Lazar, trad. di Elisabetta Horvat, Repubblica, 2 aprile 2014, p. 28, Commenti) • Non pochi di coloro che comandano godono di privilegi che non si sono meritati con la propria fatica, con la propria preparazione, con la propria intelligenza. [...] Chiunque, vedendo costoro, si chiede: perché non ci sono io al loro posto? Perché non prendo io il loro stipendio? Di qui un anti-elitismo diffuso nel nostro Paese, un sentimento che periodicamente emerge sotto forma di un populismo rancoroso. (Sergio Fabbrini, Sole 24 Ore, 12 dicembre 2014, p. 28, Politica e società) • In tempi di social media e anti-elitismo militante il fatto di aver imitato uno dei gesti di iniziazione al celeberrimo Bullingdon Club di Oxford, lo stesso di cui faceva parte l’ex premier David Cameron quando si congiunse con una testa di maiale, non ha portato fortuna a [Ronald] Coyne, che ora rischia di vedere il suo nome per sempre associato al gesto sconsiderato. (Cristina Marconi, Messaggero, 18 febbraio 2017, p. 11, Primo Piano).
- Derivato dal s. m. elitismo con l’aggiunta del prefisso anti-.
- Già attestato nella Stampa del 19 ottobre 1995, p. 17, Società & Cultura (Giorgio Calcagno).