ANTIDICOMARIANITI (dal gr. ἀντίδικος "avversario" e Μαριάμ "Maria")
È nome dato da S. Epifanio (Panarion haer. 78) a una setta arabica da lui confutata, e in genere agli avversari della verginità perpetua di Maria madre di Gesù Cristo. Teologicamente si distingue la verginità ante partum, in partu, post partum: l'ultima ebbe più numerosi avversarî. Il Nuovo Testamento parla a più riprese (p. es. Marco, II, 31; VI, 3, e paralleli; Giovanni, II, 12; VII, 3, 5, 10; Galati, II, 19; I Corinzi, IX, 5) dei "fratelli" di Gesù. Che fossero nati dopo di lui dal matrimonio di Giuseppe e Maria fu opinione di molti; e si prestano ad essere interpretati in questo senso varî passi di Tertulliano (p. es. De monogamia, 8; De virgin. veland., 6) al quale si attribuisce pure la negazione della verginità nel parto, o della nascita verginale di Gesù. Parecchi eretici negarono sia questa, sia (ma in minor misura) il suo concepimento verginale (Virginitas B. Mariae ante partum) perché sembrava loro che essa implicasse la negazione della realtà del corpo di Gesù Cristo, e, pertanto, della sua piena natura umana accanto alla divina, e spiegavano quest'ultima in altro modo, che a sua volta però faceva di Cristo una divinità subordinata al Padre. La questione fu dibattuta soprattutto nel corso delle controversie trinitarie e cristologiche dal sec. IV in poi; all'affermazione della verginità perpetua di Maria contribuirono anche le tendenze ascetiche. A loro volta, queste ebbero numerosi avversarî, che vi scorgevano un pericoloso ripullulare di concezioni dualistiche unite ad una cristologia docetistica di tipo manicheo: Gioviniano (condannato nel 389 da papa Siricio e nel 390 per iniziativa di S. Ambrogio) ed Elvidio, avversarî della verginità perpetua, sostennero in pari tempo la superiorità dello stato coniugale sul verginale: l'uno e l'altro ebbero avversario deciso e tenace S. Ambrogio, cui si aggiunsero S. Girolamo e S. Agostino, e la Chiesa orientale.
Bibl.: G. Herzog, La Sainte Vierge dans l'histoire, Parigi 1908; J. Tixeront, Histoire des dogmes, II, 4ª ed., Parigi 1912, p. 193; L. Coulange, La Vierge Marie, Parigi 1925.