antico
1. L'aggettivo compare frequentemente in D. con il valore di determinazione temporale e il significato di " appartenente a un'età passata, remota ": Rime CVI 9 decreto antico; Cv I V 8 le scritture antiche de le comedie e tragedie latine; II III 3 l'antica grossezza de li astrologi; IV 7 nomi antichi... e antichi edifici; IV Le dolci rime 23 gentilezza volse / ... che fosse antica possession d'avere / con reggimenti belli; III 6 e 7 (2 volte), X 2 e 5, XIV 1 e 3, VI 9 filosofi molto antichi; in IV VII 9, XV 5, XXV 5, XXVII 10, XXIX 1 e, nella forma del superlativo, in III XI 4; If XVIII 54 mondo antico; XXIX 62, Pg VI 140 l'antiche leggi, e ancora XI 61, XX 53, XXII 97, 145, XXIII 99; in XXX 52 l'antica madre è Eva, come in Pd XXVI 92 Adamo è detto padre antico; Pd VI 93, VIII 6 (2 volte), XV 97, 134, XVII 120; così in Fiore CLVIII 4.
Con significato affine a. compare contrapposto a ‛ nuovo ', ‛ novello ', in Pg XVI 122 Ben v'èn tre vecchi ancora in cui rampogna / l'antica età la nova, Pd XXIII 138 Quivi trïunfa... / e con l'antico e col novo concilio, / colui che tien le chiavi di tal gloria, XXIV 97 L'antica e la novella / proposizion, dove è riferimento alle premesse del ragionamento sillogistico rappresentate dal Vecchio e dal Nuovo Testamento, detti in XXV 88 Le nove e le scritture antiche.
In una successione genealogica l'aggettivo è usato per distinguere il capostipite da coloro che hanno lo stesso nome, in Pg VIII 119 Fui chiamato Currado Malaspina; / non son l'antico, ma di lui discesi.
È detto di ciò che esiste ab ‛ antiquo ' nell'oltretomba, come in If VIII 29 antica prora, IX 74 schiuma antica, XXVI 85 fiamma antica, Pg XI 20 e XIV 146 antico avversaro, XXVIII 23 selva antica; così la cupidigia che " ab initio mundi seduxit hominem " (Benvenuto) è detta in Pg XIX 58 antica strega, e in XX 10 antica lupa. In If III 83, nella connotazione di Caronte, " canus ex senectute " (Benvenuto), a. per ipallage è riferito a pelo anziché a vecchio, al quale si congiunge logicamente; il Pagliaro (Ulisse 459) invece spiega " un vecchio bianco per pelo che dura da molto ". L'aggettivo è spesso usato per indicare personaggi dell'antichità che D. incontra nell'oltretomba: propriamente in If II 102 antica è detta Rachele, in X 121 antico poeta Virgilio, in Pg XXI 122 antico spirto Stazio; allo stesso modo si parla in If XXX 37 dell'anima antica / di Mirra scellerata, e in Pd XXXI 26 di gente antica, con riferimento ai beati del Vecchio Testamento. In If I 116, con senso più generico, tutta l'espressione li antichi spiriti dolenti indica i dannati; per Benvenuto sono detti antichi " quia... peccaverunt ab initio saeculi citra "; per il Tommaseo, D. " non vedrà solo gli antichi; ma col desiderio de' più onorevoli e più onorati da Dante, Virgilio lo invoglia ". Il Della Giovanna (Frammenti di studi danteschi, Piacenza 1886) sostiene che gli antichi spiriti dolenti siano i limbicoli, invocanti la resurrezione per poter morire una seconda volta, dopo essersi fatti cristiani. Secondo il Pagliaro invece " la qualifica di ‛ antico ', riferita a cose o persone presenti nell'oltretomba, non indica che esse siano esistite nel passato, appartengano al passato, ma solo che durano da molto tempo, immutabili "; da tale nozione si è sviluppata l'altra di " cosa conosciuta da molto tempo ", quindi " famosa "; così in If I 116 l'intera espressione indicherebbe le figure rappresentative di ciascun peccato, che saranno individuate durante il viaggio, come in V 71 le donne antiche e' cavalieri, perché le donne nominate da D. tra i lussuriosi appartengono all'antichità ma simboleggiano quelle di ogni tempo (e infatti subito dopo verrà ricordata Francesca); analogamente il termine cavalieri, che segue, riassume l'immagine dei cavalieri a. e degli eroi medievali.
Con significato attenuato a. indica un tempo anteriore anche di poco al presente, in Cv II VIII 2, IX 1 e X 1 antico pensiero; Pg XXX 39 antico amor, 48 antica fiamma; XXXI 83; in espressione metaforica, in Rime LXXXIV 11 antiche core, cioè le rime scritte precedentemente forse per Beatrice; in Cv IV XXVIII 17 Dammi li patti de li antichi letti; in Pg XXXII 6 antica rete. Lo stesso valore ha in Pd XXXI 105, dove antica fame è detta la brama insoddisfatta del pellegrino " ché lungo tempo hae udito dire di questo sudario, e hae avuto desiderio di vederlo " (Buti). Tale lezione, ora accolta dal Petrocchi, fu difesa dal Barbi (" Bull. " XVIII [1912] 20) contro la vulgata antica fama, riferito alla Veronica, dove l'aggettivo è usato in senso proprio per " remota ", " lontana nel tempo ".
Con la connotazione di " consueto ", " abituale ", in Vn VIII 8 2 Morte... / di dolor madre antica, e If XVI 20 Ricominciar, come noi restammo, ei / l'antico verso.
Nell'accezione di " vecchio ", " annoso ", s'incontra in Pg IX 1 Titone antico; così in Fiore CLIII 14. L'aggettivo è riferito ad animale in Pg XIV 62 li ancide come antica belva, ma l'interpretazione del passo risulta controversa: l'Ottimo e il Buti, seguiti tra i moderni dal Barbi e dal Mattalia, riferiscono l'espressione antica belva al soggetto Fulcieri, che si comporta come una fiera inveterata nella ferocia; l'Anonimo, Benvenuto, il Landino e, fra i moderni, Del Lungo, Porena, Sapegno, Chimenz, riferiscono il termine all'oggetto e spiegano quindi come bestia vecchia, inutile e quindi da macello.
2. Ha valore di sostantivo, nel significato proprio di " uomo dei tempi a. ", in Cv II V 1 per difetto d'ammaestramento li antichi la veritade non videro delle creature spirituali; II V 14, IV XXIX 3 e 4; in Pd VI 3 l'antico che Lavina tolse, cioè Enea, e XVI 91; più particolarmente, in sede letteraria, indica i rappresentanti della generazione precedente a D., in Pg XXVI 124 Così fer molti antichi di Guittone. Con il valore di " antenato ", " progenitore ", il termine compare in Cv IV XXV 10 non nominò suo padre, ma li antichi suoi e la terra e la madre, e XXIX 5; Pd XVI 23 e 40.
3. In locuzione avverbiale, nel significato di " anticamente ", " nel tempo antico ", il termine compare in Cv II XIV 18 [le scienze] indarno sarebbero scritte e per antico trovate, e, in espressione esemplata sul latino, in If XV 62, dove è dubbio se a. sia parola volgare o latina (v. Petrocchi, ad l.).
Bibl. - Pagliaro, Ulisse 61 ss., 128, 458 ss., 608 n. 11.