ANTICO, Pier Iacopo Alari Bonacolsi, detto l'
Orefice, scultore e medaglista mantovano, nato un po' prima del 1460. La sua attività ha inizio intorno al 1480. Lavorò per il marchese Federico Gonzaga e per il fratello suo Gianfrancesco signore di Bozzolo: dopo la morte di lui, avvenuta nel 1496, tornò a Mantova ai servizî del marchese Francesco. Dei primi del 1497 è un suo viaggio a Roma, che diede certo occasione a molte delle sue imitazioni dall'antico. Tornato a Bozzolo, vi rimase a lungo, lavorando per il vescovo Lodovico Gonzaga e per Antonia del Balzo vedova di Gianfrancesco, e poi anche per Isabella d'Este, che gli andò delle sculture antiche da restaurare. Trascorse gli ultimi anni della sua vita in Gazzuolo, dove possedeva una casetta in cui morì alla metà di luglio del 1528. La sua arte risente degli influssi di Donatello e del Mantegna: le sue statuette, spesso copiate o derivate dall'antico, sono sempre di accurata esecuzione nel cesello, nelle patine, nelle dorature ed hanno un'eleganza classica, mentre le medaglie hanno qualche ingenua asprezza. Sue opere sono varie medaglie di Gianfrancesco Gonzaga e di Antonia del Balzo, di Giulia figlia di Lodovico Gonzaga, di Maddalena figlia ii Federico III Gonzaga, moglie di Giovanni Sforza signore di Pesaro, di Luca Zuccari, di Ascanio Maria Sforza; quattro placchette di soggetto mitologico o allegorico; un magnifico vaso di bronzo della Galleria Estense di Modena con il corteo di Nettuno stante su una nave tirata da due cavalli marini; numerose statuette. Fra queste sono sue opere giovanili l'Apollo del Belvedere del Museo archeologico di Venezia, Amore che tende l'arco della collezione Carrand, l'Amore già nella collezione Estense e ora al Bargello di Firenze, un Ercole che tende l'arco della collezione Stern; più compiute e perfette per tecnica di fusione e nobiltà di forme la Venere felice e la Venere nuda, del Museo di Vienna, che possiede pure il suo capolavoro nel gruppo di Ercole e Anteo, insieme con altre statuette di Mercurio, di Pane sedente, di Ercole con la clava. Nel Kaiser Friedrichs Museum di Berlino una statuetta della Dea della Via Traiana; in quello civica di Modena un Apollo con la pelle di Marsia; nella collezione Rotschild una Andromeda; nel Museo di Napoli una Venere accoccolata. Cinque tondi a rilievo con le Fatiche di Ercole (al Bargello, al Museo di Vienna e al Victoria and Albert Museum di Londra) sono pure opera sua, al pari dei busti di Bacco e di Arianna a Vienna, di Antinoo nella collezione del principe di Liechtenstein, di Niobe nel Museo d'arte industriale di Vienna, di Antinoo e di Virgilio nella Galleria Estense di Modena. È restaurato da lui un busto di Afrodite nel Museo di Brunswick. (V. tavv. CXXI e CXXII).
Bibl.: Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, I, Lipsia 1907; H. I. Hermann, P. I. A. B., genannt Antico, in Jahrb. d. kunsthist. Samml. d. allerh Kaiserhauses, XXVIII (1909-10), pp. 201-288; A. Colasanti, L'Eros di bronzo della collezione estense, in Boll. d'arte, n. s., II(1922-23), pp. 433-461.