ANTICARRO
. La prima Guerra mondiale, le guerre di Etiopia e di Spagna e le prime operazioni condotte dalla Germania nella seconda Guerra mondiale, hanno messo sempre più in chiara luce l'importanza che il carro (v. IX, p. 165 e App. I, p. 372 e in questa App.) armato assume nella battaglia moderna.
All'aumento di corazzatura, di armamento, di mobilità - caratteristiche precipue della potenza del carro moderno - la difesa ha dovuto contrapporre la molteplicità dei mezzi da impiegare in qualunque situazione tattica e in qualsiasi fase del combattimento.
Mezzi attivi e passivi agenti a distanze lontane e ravvicinate costituiscono, nella guerra moderna, gli elementi di una complessa organizzazione che richiede l'attuazione, da parte di tutte le unità, di un accurato piano di difesa anticarro, basato sullo studio dettagliato del terreno per determinare le zone transitabili o vietate ai mezzi corazzati, sulla natura e quantità dei mezzi anticarro da impiegare, sulla forma più conveniente di integrazione dei mezzi passivi con quelli attivi.
Il mezzo passivo si ripromette di imporre alla massa corazzata attaccante la disarticolazione del dispositivo, di neutralizzare il fattore mobilità dei carri, di immobilizzarli, di esporli più a lungo possibile al tiro efficace dell'arma controcarri. Trattasi cioè di ostacoli che debbono integrare la difesa attiva realizzata dalle armi controcarri: dato che i soli mezzi passivi riuscirebbero tutto al più a trattenere o a ritardare - e non per molto tempo - l'avanzata dei carri, non certo a impedirne l'azione.
Gli ostacoli impiegati per la difesa anticarro sono naturali o artificiali. Fra quelli naturali sono da considerare: fiumi, canali, laghi e corsi d'acqua della profondità di almeno m. 1,20; scarpate a banchine; boschi fitti che impediscano il passaggio fra gli alberi e con piante di almeno cm. 45 di diametro (più piccoli sarebbero abbattuti dal carro); abitati che possano essere trasformati rapidamente in difesa anticarro. Fra gli ostacoli artificiali si notano quelli (vedi figg. 1, 2) che richiedono molto tempo per la preparazione (blocchi di cemento, rotaie, fossi, demolizioni) e quelli che possono essere preparati rapidamente (mine anticarro, granate, gabbioni di filo spinato). Lo sviluppo della mina e la facilità di posa di un campo minato hanno costituito ottimi alleati della difesa contro i carri armati. Il campo minato ha il vantaggio di poter essere disposto ove meglio si inquadra con le altre difese, di essere facilmente occultato e utilizzato quale mezzo di sorpresa. Campi minati simulati creeranno difficoltà al carro, anche se non serviranno a fermarlo: il tempo di arresto imposto andrà a vantaggio della difesa attiva perché lo esporrà, da fermo, al fuoco di questa. Superfluo precisare che l'ubicazione degli ostacoli deve essere messa in relazione al piano di contrattacco in modo da non impacciare il libero movimento delle truppe destinate al contrattacco stesso.
Mentre i mezzi passivi trovano maggiore impiego in situazioni difensive statiche, i mezzi attivi sono sfruttati in tutte le fasi del combattimento: nell'avvicinamento, nell'attacco, nell'organizzazione a difesa dell'obiettivo, nello sfruttamento del successo e nell'inseguimento, nella difesa, nel contrattacco, nella manovra di ripiegamento. Sono mezzi attivi i cannoni controcarri (autotrainati o semoventi) e tutte le armi che impiegano proietti (perforanti o a carica cava) capaci di svolgere azione immobilizzante o di distruzione dei carri armati. La seconda Guerra mondiale ha visto una completa fioritura di queste armi (Panzerfaust e Panzerschreck tedeschi, Piat inglese, fucilone cal. 8 polacco, Bazooka americano, ecc.; v. bombe e artiglieria in questa App.).
Non tenendo conto dell'efficace ausilio che può dare l'aviazione il cannone controcarri costituisce l'ossatura della difesa e il mezzo principale per la condotta della lotta contro attacchi di carri armati. Potenza di colpo, alta velocità iniziale con conseguente forte tensione di traiettoria per ottenere grande precisione di tiro, celerità di tiro, manovrabilità sono i requisiti di un moderno cannone controcarri. Forti schieramenti di armi controcarri debbono, oggi, contrapporsi alla massa delle formazioni corazzate attaccanti. I Russi, per parare attacchi o contrattacchi di masse corazzate, ritengono sia necessario disporre da 25 a 30 pezzi per chilometro di fronte. Poiché non tutti i terreni sono favorevoli all'impiego del mezzo corazzato e per agire a massa i carri armati hanno bisogno di spazio sufficiente per lo spiegamento e di terreno aperto fra la linea di partenza e gli obiettivi, i pezzi controcarri saranno assegnati alle unità destinate ad agire nelle zone che più sono esposte all'attacco di formazioni corazzate.
Una colonna in marcia di avvicinamento si protegge in genere da offese di elementi celeri nemici, distaccando proprî elementi sulla fronte (avanguardia) e sui fianchi (distaccamenti fiancheggianti). In questa fase formazioni carriste nemiche possono tentare, con rapide puntate di sorpresa, specialmente sui fianchi delle colonne, di ritardare l'avanzata scompaginandone il dispositivo. Da ciò la necessità di assegnare agli elementi protettivi artiglierie controcarri che sventino prontamente gli attacchi in base alla tempestiva segnalazione da parte di appositi organi di vigilanza. Per la protezione sui fianchi i pezzi controcarri potranno essere schierati ai lati della colonna che marcia, rimanendo in posizione durante tutto il tempo necessario allo sfilamento della colonna stessa e accodandosi a questa al termine della missione. È un sistema questo che richiede la disponibilità di molte artiglierie controcarri e da adottare quando i distaccamenti fiancheggianti possono utilizzare itinerarî di avanzata paralleli all'asse di movimento della colonna da proteggere e spostarsi in avanti, a sbalzi, in sincronia con l'avanzata della colonna stessa. Normale sarà invece lo scaglionamento delle artiglierie controcarri lungo la colonna: i pezzi di minore calibro a sostegno degli elementi avanzati, quelli di maggior calibro e potenza per la protezione dei fianchi. Idonei per la tempestività dell'intervento, i pezzi semoventi.
Nello schieramento e durante l'esecuzione dell'attacco, ai pezzi controcarri è devoluto il compito di impedire che formazioni corazzate avversarie disarticolino il dispositivo di attacco e di proteggere sulla fronte e sui fianchi le unità attaccanti.
Occupato l'obiettivo, prima che l'attaccante possa imbastire una difesa (gli Inglesi chiamano questa fase consolidamento dell'obiettivo) il nemico non esiterà ad approfittare di questa fase fluida del combattimento per lanciare al contrattacco mezzi corazzati. Ecco quindi la necessità di portare rapidamente sull'obiettivo pezzi controcarri per parare, contenere e arrestare tali contrattacchi. La tempestività d'intervento è funzione della rapidità di movimento basata su un accurato studio delle vie di accesso e delle posizioni da occupare. Utili per tale studio carte topografiche, fotografie aeree della zona, oltre - quando possibile - la visione diretta del terreno da percorrere.
Nello sfruttamento del successo e nell'inseguimento, siano essi condotti da unità corazzate - le più idonee a svolgere simili azioni di rapido movimento - o da unità di fanteria o motorizzate, la difesa controcarri, attuata con artiglierie autotrainate e semoventi, dovrà assicurare l'inesorabile progressione dell'avanzata contro formazioni carriste che, appunto perché idonee al rapido contrattacco e al tempestivo sganciamento e di effetti morali notevoli, il comando nemico cercherà di lanciare contro le colonne inseguitrici.
La difesa moderna, a caposaldi, basa l'organizzazione dei fuochi fondamentalmente sui pezzi controcarri in rapporto all'attacco moderno fondato sul binomio fanteria-carri. I Tedeschi durante la seconda Guerra mondiale, hanno costituito qualche caposaldo con prevalenza di artiglierie controcarri - fino a 150 bocche da fuoco in un solo caposaldo. Ai pezzi di minor calibro sarà affidata la protezione perimetrale dei caposaldi, mentre quelli di maggior calibro batteranno gli intervalli e, con azione concentrata e potente, stroncheranno l'attacco dei carri riusciti a penetrare nella posizione difensiva o deviati, dai campi minati, verso zone di ingabbiamento e di sterminio. I pezzi controcarri dovranno svelarsi alle minime distanze sia per sottrarsi all'azione dell'artiglieria dell'attaccante, sia per poter sfruttare, a tali distanze, la precisione del loro tiro che dovrà mettere fuori combattimento i carri al primo o al massimo al secondo colpo. Postazioni multiple, predisposte, sono necessarie perché i pezzi controcarri, quando individuati, possano continuare la loro azione.
Nel contrattacco i pezzi controcarri debbono impedire che carri avversarî diano progressione alla penetrazione e battano i carri lanciati al contrattacco.
Importanza capitale hanno i pezzi controcarri, specie semoventi, nella manovra di ripiegamento per proteggere le unità ripieganti e imporre un tempo d'arresto alla massa corazzata che il nemico impiegherà, sfruttandone i requisiti di potenza e mobilità.
Per la difesa ravvicinata durante la seconda Guerra mondiale tutti i belligeranti hanno addestrato reparti di cacciatori di carri che impiegavano quali mezzi offensivi bombe dirompenti, cariche esplosive, bombe di vetro ripiene di gelatina esplosiva.