Perkins, Anthony
Attore teatrale e cinematografico statunitense, nato a New York il 4 aprile 1932 e morto a Hollywood il 12 settembre 1992. La sua immagine di giovane nevrotico, eternamente tormentato e indeciso, condizionò fortemente la sua carriera che, anche a causa di alcune sue ridondanze recitative, dopo un breve periodo di successo (culminato con Psycho, 1960, Psyco, di Alfred Hitchcock) conobbe il declino già dai primi anni Sessanta. Fu candidato all'Oscar come miglior attore non protagonista per Friendly persuasion (1956; La legge del Signore o L'uomo senza fucile) di William Wyler, e vinse la Palma d'oro al Festival di Cannes come miglior attore per Goodbye again (1961; Le piace Brahms?) di Anatole Litvak.
Suo padre Osgood (1892-1937) era stato un noto attore teatrale e uno dei migliori caratteristi di Hollywood. P. cominciò a recitare in spettacoli estivi già nel 1946, proseguendo anche durante i suoi studi al Rollins College di Winter Park in Florida (1951-1953); nel 1953 partecipò inoltre, in una parte secondaria, al film The actress (L'attrice), una commedia di George Cukor. Si iscrisse quindi alla Columbia University di New York, ma l'abbandonò dopo un anno per interpretare a Broadway il ruolo del protagonista in Tea and sympathy (1954) di R. Anderson, per la regia di Elia Kazan. Il successo riscosso (ottenne il Theatre World Award) segnò l'inizio di una fortunata carriera teatrale: nel 1958 ricevette il Tony Award come miglior attore dell'anno.
Il suo effettivo esordio nel cinema avvenne con una serie di film in cui impersonava adolescenti sensibili e introversi che, alla ricerca di sé stessi, entravano in conflitto con la figura paterna: tre 'western psicologici', Friendly persuasion, The lonely man (1957; L'uomo solitario) di Henry Levin e The tin star (1957; Il segno della legge) di Anthony Mann, il dramma di ambiente sportivo Fear strikes out (1957; Prigioniero della paura) di Robert Mulligan, e i cupi melodrammi La diga sul Pacifico (1957) di René Clément e Desire under the elms (1958; Desiderio sotto gli olmi) di Delbert Mann. Si rivelò capace di interpretare anche personaggi adulti ed emotivamente maturi nel fantascientifico On the beach (1959; L'ultima spiaggia) di Stanley Kramer, e si dimostrò non privo di talento per la commedia sentimentale in film come The matchmaker (1958; Bella, affettuosa, illibata cercasi) di Joseph Anthony, Green mansions (1959; Verdi dimore) di Mel Ferrer e Tall story (1960; In punta di piedi) di Joshua Logan. La sua consacrazione avvenne con Psycho, dove propose una recitazione raffinata e piena di sfumature, in cui riesce difficile distinguere l'attore dal suo personaggio, quello del folle assassino Norman Bates.
Per non restare imprigionato in ruoli simili P. lasciò Hollywood e si trasferì in Francia. Prima impersonò uomini giovani innamorati di donne più mature, in chiave di commedia (Goodbye again) o di tragedia (Phaedra, 1962, Fedra, di Jules Dassin; Le couteau dans la plaie, 1962, Il coltello nella piaga, di Litvak). Poi partecipò a film meno felici: come Le glaive et la balance (1963; Uno dei tre) diretto da André Cayatte, Une ravissante idiote (1964; Un'adorabile idiota) di édouard Molinaro, Le scandale (1967; Le scandale ‒ Delitti e champagne) di Claude Chabrol. Rivelò una certa staticità anche nel suo migliore film del periodo, Le procès (1962; Il processo) di Orson Welles.Nel 1967 tornò negli Stati Uniti, dove negli anni Settanta fornì ancora diverse interessanti interpretazioni, come in Catch-22 (1970; Comma 22) di Mike Nichols, WUSA (1970; Un uomo oggi) di Stuart Rosenberg, Lovin' Molly (1974) e Murder on the Orient Express (1974; Assassinio sull'Orient Express) di Sidney Lumet, Remember my name (1978; Ricorda il mio nome) di Alan Rudolph, Winter kills (1979; Rebus per un assassinio) di William Richert. Tuttavia in seguito il suo declino come attore si fece rapidissimo, e tra il 1983 e il 1990 si spinse fino a interpretare i due controversi seguiti di Psycho, uno dei quali da lui stesso diretto, Psycho III (1986). Propose inoltre delle varianti dello stesso personaggio in una serie di horror minori, tra cui Crimes of passion (1984; China blue) di Ken Russell e I'm dangerous tonight (1990; Il vestito che uccide) di Tobe Hooper. Diresse anche la commedia Lucky stiff (1988; Una fortuna da morire).
L.K. Palmer, Osgood and Anthony Perkins, Jefferson (NC) 1991; R. Bergan, Anthony Perkins: a haunted life, London 1995; Ch. Winecoff, Split image: the life of Anthony Perkins, New York 1996.