ANTESI (dal gr. ἄνϑησις "fioritura")
Si chiama antèsi l'aprirsi dei fiori per rendere in molti casi possibile la fecondazione. Non tutti i fiori però si aprono per mettere in evidenza perianzio ed organi sessuali, ma spesso abbisognano dell'intervento d'insetti pronubi per il trasporto del polline, ad attirare i quali serve in parte la cosiddetta funzione vessillare della corolla, del calice, degli stami, delle brattee d'infiorescenza, di foglie cauline, poco o punto commutate, di nettari (extra- peri- o intrafiorali).
Eccelle la funzione vessillare nella corolla delle Corolliflore, Caliciflore, Talamiflore ed in molte Monocotiledoni.
Apertisi i fiori, la fecondazione si effettua mediante il trasporto del polline, sia per mezzo del vento, nelle anemofile; sia per mezzo d'animali, e soprattutto d'insetti nelle zoidiofile (entomofile).
La funzione vessillare alletta i pronubi che, attratti dalla vistosità dei colori, dalla presenza di nettare o di polline, dal profumo, deflorano i fiori e diventano i trasportatori del polline.
Nei fiori aperti i colori agiscono diversamente nell'allettare gli insetti pronubi. Il bianco agisce meglio ed a maggiore distanza quando splende il sole. Succede in potenza il giallo, che spicca sul verde dei prati, anche il rosso che spicca benissimo sul verde, ma sembra essere non poco attenuato a grandi distanze dall'interposizione dell'aria. In maggior misura viene da essa alterato il purpureo e ancor più l'azzurro che pure spicca sul colore fondamentale del prato.
Degli odori si è ignorata la funzione, fino a quando C.C. Sprengel (1793) affermò che l'emanazione odorosa attira gl'insetti predestinati.
Gli odori sono distinti in simpatici e idiopatici, secondo che tornano graditi alle diverse classi d' animali (api, vespe, mosche, coleotteri), o simpatici soltanto a pochi di essi, antipatici al maggior numero, servendo ad adescare un pronubo piuttosto che un altro, e ad escludere molti insetti dalla visita dei fiori. I primi comprendono gli odori soavi, aromatici e carpologici; gli altri i graveolenti e nauseanti. Odori e colori, limitandosi ad esercitare un'azione simpatica, potrebbero bene allettare gl'insetti, ma non nutrirli. Ta la funzione adescativa agisce anche sul gusto dei pronubi, preparando in forma di esca il nutrimento (nettare e polline) nelle parti fiorali o circumfiorali. Nettare e polline rappresentano l'alimento più ricercato e completo. Respiratorio il primo, muscolare l'altro, rappresentano ciò che di più perfetto può offrirsi in fatto di cibo e bevanda. Api, vespe, mosche, coleotteri si cibano dell'uno e dell'altro. Alcuni di essi, tutti i lepidotteri, gli uccelli mellisugi trascurano il polline e prediligono il nettare, avendo già in uno stadio anteriore di vita assimilato tutto l'alimento nervoso e muscolare necessario alla loro esistenza. Da esche funzionano numerosi organi fiorali: papille, papule suggibili, nuclei ovulari, cellule commestibili.
Sul periodico aprirsi e chiudersi dei fiori in determinati periodi della giornata, si fonda il cosiddetto orologio di Flora od orologio di Linneo. Così l'Ipomoea purpurea si apre nelle prime ore del mattino (donde il nome belle de jour); la Mirabilis Jalapa si apre invece a sera tardi (di qui il nome belle de nuit); parimenti si comporta l'Oenothera biennis (donde il nome di "torcia di notte"). Il Cactus grandiflorus si apre nelle ore più tarde della sera fino a mezzanotte (donde il nome di "re della notte"). È interessante il fatto, che l'ora in cui si aprono i fiori di molte piante è quella in cui i loro pronubi sono attivi. Così i fiori che si aprono verso il crepuscolo o di notte, sono per lo più impollinati ad opera di insetti crepuscolari o notturni.
Linneo determinò per ogni ora del giorno le specie in cui avviene l'apertura e la chiusura dei fiori. Sennonché un orologio simile non fu realizzato per il fatto che le piante scelte fioriscono solo in piccola parte nella stessa stagione dell'anno. L'orologio stabilito da Linneo valeva per la latitudine di Upsala, a cui era perciò subordinata la scelta degli elementi orarî.