ANTERIDIO
(dal gr. ἀνϑηρός "fiorito") - Gli anteridî, osservati per la prima volta nell'alga Polysiphonia fastigiata da J. Ellis, che ne riferì a Linneo con lettera del 17 dicembre 1767, comunicata alla Royal Society di Londra, e che ricevettero più tardi questo nome dall'algologo U. r.. Agardh (Species Algarum, 1828, II, 57), sono corpiccioli uni- o pluricellulari in cui si sviluppano e sono contenuti, fintanto che non ne fuorescono, gli elementi (gameti) maschili fecondanti (spermî, spermatozoi, anterozoi) delle piante inferiori, quindi funzionalmente corrispondenti all'antéra delle piante superiori.
Nelle alghe, e nei funghi che ne sono forniti, gli anteridî sono unicellulari e senza notevoli particolarità di forma che li distinguano dalle ordinarie cellule vegetative della pianta e variano per la posizione terminale o laterale, per il modo di deiscenza a mezzo di rottura apicale (Vaucheria), o di fori, o fenditura trasversale (Sphaeroplea, Oedogonium), e per essere isolati (Coleochaete) o ravvicinati tra loro sopra le diramazioni di sorta di peli cespugliosi, nel quale ultimo caso possono trovarsi allo scoperto sulla superficie del tallo (Ceramiacee), o nascosti entro concettacoli scavati nel tallo (Fucacee), sia da soli, nel qual caso l'alga è dioica (Fucus vesciculosus), sia in compagnia degli oogonî (Fucus platycarpus). Tutti questi anteridî contengono anterozoi mobili per mezzo di ciglia onde possono raggiungere a nuoto l'oosfera da fecondare. Nelle Floridee invece l'anteridio detto anche "spermatangio", è formato ad una cellula di cui l'intiero protoplasto va consumato nella produzione di un solo anterozoo, detto "spermazio", che, essendo sfornito di cigli, non ha movimento proprio e vien trasportato passivamente dai movimenti dell'acqua. Anche in alcuni funghi Oomiceti, che hanno la riproduzione sessuale, l'anteridio, detto propriamente "pollinodio", è in forma di budello e non forma nessun anterozoo ma penetrando colla sua estremità nell'oogonio vi versa il suo nucleo spermatico che si copula con quello dell'oosfera. (Saprolegnacee, Peronosporacee).
Nelle Briofite o Muscinee (Epatiche e Muschi) gli anteridi sono piccoli ammassi cellulari di forma globosa, elissoide o clavata, sessili nelle sole Ricciacee, peduncolati in tutte le altre famiglie, nei quali si distinguono due parti: un nocciolo interno di cellule madri di anterozoi e un involucro esterno di un unico strato di cellule sterili, che a maturità, rompendosi in punta, lascia uscire gli anterozoi immersi in una massa mucillaginosa. Ad eccezione delle Antocerotacee, he hanno anteridî endogeni, chiusi prima della maturazione dentro lacune sottoepidermiche del tallo, tutte le altre Briofite li hanno esterni, superficiali. Nelle Epatiche, eccettuate le Antocerotacee anzidette, essi stanno tuttavia nascosti ognuno dentro incavi profondi a bocca ristretta, sia sparsi irregolarmente sulla faccia superiore del tallo (Riccia, Pellia, ecc.), sia raccolti su scudetti discoidali, sessili o peduncolati, simili a quelli archegoniferi (Marcanziacee). Nei Muschi stanno invece aggruppati, o da soli o promiscuamente agli archegonî, all'apice del fusticino o di piccoli rami di esso, circondati dalle foglie estreme che formano un involucro detto "perichezio" e frammisti a fili pluricellulari sterili spesso terminati da una cellula globosa, detti "parafisi". Nelle Pteridofite isosporee a protallo monoico, manifesto, visibile, gli anteridî, simili per struttura a quelli dei Muschi ma più semplici, si trovano collocati su di esso: ora su tutto il protallo (Ofioglossacee), ora principalmente nella faccia inferiore tra i rizoidi (maggior parte delle Felci), ora nella faccia superiore (Licopodiacee), ora infine sui margini (Equisetum, Osmunda, Imenofillace).
Nelle Pteridofite eterosporee a protalli dioici ridottissimi e non più visibili ad occhio nudo (Idropteridi, Selaginellacee, Isoetacee) tanto da risultare, nei casi estremi, di un'unica cellula e rimanere chiusi dentro la rispettiva spora, anche gli anteridî sono ridotti a poche cellule parietali e ad un gruppetto interno di cellule madri l'anterozoi cigliati, che fuorescono poi per dissolvimento della parete anteridiale e per rottura della membrana della microspora.
Bibl.: G. Thuret, Recherches sur les zoospores des Algues et les anthéridies der Cryptogames, Parigi 1851; id., Recherches sur la fécondation des Fucacées, suivies d'observations sur les anthéridies des Algues, Parigi 1855-57; D. Jacchelli, Le Crittogame, Milano 1878.