ANTEPAGMENTA
Il latino antepagmentum, derivato da ante e pango, indica ciò che è fissato avanti qualche cosa. Nel linguaggio degli architetti, gli a. erano, secondo Festo (Paul. exc., 8), valvarum ornamenta, quae antis adpinguntur, id est adfiguntur, cioè gli ornamenti fissati agli stipiti delle porte. Dal passo di Vitruvio (De arch., iv, 6, 1-4) sulle porte dei templi e sulle loro proporzioni risulta poi che gli a. erano proprio i rivestimenti degli stipiti, restringentisi dal basso in alto; questo significato ci è dato anche da una iscrizione (C. I. L., x, 6586) in cui si parla di valvas utrasque cum antepagmentis. Nell iscrizione puteolana regolante la costruzione di una porta (Lex parieti faciendo; C. I. L., x, 1781) si parla però di antepagmenta abiegnea (cioè di abete) ai quali debbono essere fissate con chiodi le tegole della gronda, il che prova che, in questo caso, si tratta di una cornice di legno fissata contro le testate delle travi del tetto. Perciò, quando Vitruvio, nella sua descrizione di un tempio etrusco a tre celle (De arch., iv, 7, 5), prescrive che le traiecturae mutulorum, cioè le quattro travi longitudinali collocate sopra i muri delle celle e sporgenti sopra l'architrave nella facciata del tempio, debbano essere rivestite con a. fissati alle testate di dette travi, è più che probabile che si tratti di una cornice continua di legno e non, come hanno pensato alcuni dotti, di quattro lastre separate di terracotta; ciò risulta anche da ragioni tecniche ed estetiche, nonché dal fatto che Vitruvio, nella descrizione suindicata, non tratta del rivestimento fittile decorativo del tempio etrusco, ma non di altro che della struttura di esso. Con ciò non è naturalmente esclusa la possibilità che si chiamassero a. anche le lastre fittili che nei templi etrusco-italici servivano per rivestimento e decorazione della trabeazione e, qualche volta, anche degli stipiti delle porte, come nel tempio dello Scasato a Civita Castellana, ma non abbiamo nessuna diretta testimonianza antica che ci autorizzi ad usare il termine antepagmenta, come si fa in molte opere di indole archeologica, per indicare esclusivamente e senza riserva tali lastre (v. Terracotta: t. architettoniche).
Bibl: Th. Wiegand, Die puteolanische Bauinschrift sachlich erläutert, Lipsia 1894; A. Andrén, Architectural Terracottas from Etrusco-Italic Temples, Lund 1940, p. lviii ss.