ANTENORE ('Αντήνωρ, Antänor)
Eroe troiano, padre di numerosi figli (dieci sono nominati in Omero, altri cinque in altre fonti), quasi tutti caduti sotto le mura di Troia. Egli è il saggio consigliere dei Troiani: corrisponde a Nestore nel campo greco. È con Priamo e con gli altri vecchi troiani sulla torre delle porte Scee nella Teichoscopia (Iliade, III, 148); accompagna Priamo a conchiudere il patto prima del duello fra Paride e Menelao (ib., III, 262), e violato questo dai troiani, consiglia nell'assemblea la restituzione di Elena (ibidem, VII, 347). Egli aveva ospitato Menelao e Ulisse venuti a richiedere Elena, e, per la sua giustizia e imparzialità, i Greci avrebbero risparmiato lui e la sua famiglia nell'eccidio di Troia. Di qui prese le mosse la leggenda più tarda, riportata con molti particolari dai mitografi, che fece di lui un traditore e che Dante seguì chiamando Antenora il secondo girone del cerchio dei traditori. Egli avrebbe consegnato ai Greci il Palladio, e aperte le porte della città e il ventre del cavallo di legno. Sulle sue vicende dopo la guerra di Troia esistevano varie versioni, ma la più diffusa, che risaliva alla tragedia di Sofocle, Gli Antenoridi, e che fu accolta dai Romani, lo faceva andare coi figli e con gli Eneti (= Veneti, della Paflagonia), attraverso la Tracia e l'Illiria, nella Venezia, ove, cacciati gli Euganei, fondò Patavium, Padova. Nel 1273 si rinvennero a Padova le ossa di un guerriero medievale (forse unghero del sec. X) e si ritennero quelle di Antenore; nel 1283 furono poste sotto un'edicola in un'urna marmorea, per la quale dettò un'iscrizione in versi leonini Lupato Lupati. Il monumento si indica ancora come Tomba di Antenore, il mitico fondatore della città.
Bibl.: G. Oertel, in W. H. Roscher, Ausfürl. Lexikon d. griech. u. römischen Mythologie, I, col. 3675; R. Wagner, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., I, col. 2351; A. Scholz, De Antenore et Antenoridis, Breslavia 1911.