Pavelic, Ante
Politico croato (Bradina, Erzegovina, 1889-Madrid 1959). Durante la Prima guerra mondiale, prestò servizio militare nell’esercito austro-ungarico. Nazionalista, fu avverso all’unione con la Serbia. Nel 1929 fondò a Zagabria il movimento Ustascia di ispirazione fascista e nel 1931 si trasferì in Italia sotto la protezione di Mussolini. Nel 1934 promosse l’assassinio del re di Iugoslavia Alessandro. Condannato a morte in contumacia in Francia, fu arrestato in Italia, ma ne fu negata l’estradizione e rimase in carcere, a Torino, fino al 1936; liberato, non gli fu consentita alcuna attività in ossequio all’Accordo di Belgrado (1937). L’11 aprile 1941, quando la Iugoslavia fu invasa dalle armate tedesco-italiane, P. si insediò a Zagabria come duce (poglavnik) del governo e del nuovo Stato indipendente croato. Resse il governo con risolutezza fanatica fino alla crudeltà. Fedele alla visione di una Croazia cattolica, Antemurale christianitatis, in lotta per una storica missione contro gli infedeli musulmani e ortodossi, P. volle liberarsi con la violenza dagli «intrusi» (due milioni di ortodossi e forse un milione di musulmani, su un totale di poco più di 6 milioni di abitanti). Un terzo degli ortodossi fu massacrato, un terzo costretto alla fuga in Serbia e il resto convertito a forza al cattolicesimo. Nel 1945 P. fuggì da Zagabria in Austria e poi in America Latina.