ANTA
. Le antae equivalgono, secondo il significato comunemente attribuito dagli antichi, a quadrae columnae o ad eminentiores lapides, vel columnae ultimae quibus fabrica sustinetur. Sono cioè i pilastri quadrangolari che servono a fortificare e decorare insieme l'estremità d'un muro, e particolarmente sono le testate dei muri laterali di una cella o di una casa.
Le antae, essendo il completamento architettonico delle colonne di una facciata, hanno come queste un capitello e talvolta una base; inoltre il rapporto tra l'altezza e la larghezza delle antae si avvicina a quello delle colonne stesse.
La larghezza delle antae nella fronte corrispondente alle colonne è generalmente più stretta del diametro inferiore delle colonne e più larga del diametro superiore; le altre due facce delle antae variano invece tra la metà e il terzo della larghezza frontale. Hanno poco rilievo sulla facciata, e il fusto dell'anta salvo eccezioni non si rastrema. Raramente le ante sono fornite di base, e i loro capitelli differiscono sempre da quelli delle colonne. Ciò avviene per influsso greco anche in monumenti romani, come nel tempio di Cori e nel tempio di Augusto ad Angora, sebbene nell'architettura prettamente romana le antae ripetano forma e dimensioni delle colonne. In genere le ante adottano come capitelli le stesse modanature dell'architrave.
Le antae dànno forma e nome ad un tipo di tempio, il "tempio ad ante", e cioè il ναὸς ἐν παραστάσιν dei Greci e il templum in antis dei Romani (dalla preposizione latina ante o dal verbo greco ἀντάω) che Vitruvio (III, 1) descrive nella sua classificazione dei templi e di cui rimangono esempî numerosi nel mondo greco (tesoro degli Ateniesi in Delfi, tempio di Temide a Ramnunte).
Le antae non furono usate soltanto per i templi, ma anche per edifici privati: ad esempio la dimora di Tetide è rappresentata sul celebre vaso François come un edificio in antis d'ordine dorico. Presso i Greci l'anta serviva a decorare gli angoli degli edifici (antae angulares) e il tipo piü comune della stele funeraria attica del sec. V-IV a. C., si presenta come un prospetto di edificio ad ante. Anche nelle tombe e nelle urne cinerarie etrusche appare spesso l'anta. Essa infine servì da elemento architettonico nelle abitazioni private dell'età romana.
Bibl.: C. Thierry, in Daremberg e Saglio, Dictionn. des Antiquités grecques et romaines, I, Parigi 1877, pp. 280-282; O. Puchstein, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. der class. Altertumswiss., I, Stoccarda 1894, col. 2337.