ANSUINO da Forlì
Pittore romagnolo, fa tuttavia parte della scuola padovana che culmina con l'arte di Andrea Mantegna, di cui va considerato, con Nicolò Pizzolo, uno dei precursori, poiché li precede di una generazione almeno. Insieme con Nicolò fu attratto nell'orbita di Filippo Lippi, con cui collaborò (1434-37) affrescando nella cappella del podestà ora distrutta. Questo insegnamento appare chiarissimo nelle opere, pur di quindici anni posteriori, ma sicure, che gli spettano nella cappella Ovetari: la Predica di S. Cristoforo che reca la segnatura Opus Ansuini; il S. Cristoforo che lascia il Re; il Santo al servizio del Diavolo. Questi affreschi lo dimostrano nello stesso tempo indipendente. Vi si notano chiare, oltre alle risultanze dell'insegnamento del Lippi, quelle dell'influenza di Paolo Uccello e soprattutto di Andrea del Castagno, da cui Ansuino trasse quella caratteristica degli occhi dilatati e quasi spaventati che lo distingue. La sua pittura, un po' inerte, si distingue fra tutte per la fedeltà agli esemplari toscani. Si possono raggruppare intorno a lui, per chiari legami di maniera, una Sacra Famíglia di Altenburg, il Crocifisso venerato da un fraticello del Museo di Verona, la Madonna per tanti aspetti pregiambellinese del Santuario del Tresto e i cosiddetti Tarocchi del Mantegna; non il ritratto troppo ferrarese del Museo civico di Venezia, datogli per la suggestione delle sigle A. F. P. È invece probabile che l'artista collaborasse con Andrea Mantegna per il musaico della Morte di Maria nella cappella dei Mascoli a S. Marco di Venezia, da altri attribuito ad Andrea del Castagno.
Bibl.: A. Munoz, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, I, Lipsia 1907 (con la bibl. precedente); G. Fiocco, L'arte di Andrea Mantegna, Bologna 1927.