ANSOALDO
Notaio appartenente alla cancelleria del re longobardo Rotari (636-652), visse a Pavia, allora capitale del Regno. Ebbe dal sovrano l'incarico di stendere (ma non di compilare) il testo originale del famoso editto, emanato il 22 nov. 643, che raccoglieva in un corpo le costumanze, o leggi non scritte, della nazione longobarda. Il re Rotari, allo scopo di evitare interpretazioni equivoche delle leggi per errori di trascrizione del testo, stabilì che nessuna copia dell'editto potesse essere riconosciuta valida se non fosse stata scritta o controllata e riconosciuta pienamente conforme al testo originale dal notaio A. ("Et hoc generaliter damus in mandatis, ne aliqua fraus per vicium. scriptoruni in hoc edictum adhibeatur: si aliqua fuerit intentio, nulla alia exemplaria credatur aut suscipiatur, nisi quod per manus Ansoald notario nostro scriptum aut recognituni scu requisituni fuerit, qui per nostrani iussionem. scripsit"). Questa disposizione, con la quale si conferiva ad A. una facoltà di carattere eccezionale, dimostra che egli godeva di particolare importanza e considerazione nella curia regia di Pavia. Di A. non risultano altre notizie.
Fonti e Bibl.: Monumenta Germ. Hist., Legum IV, Hannoverae 1868, p. 90; G. Robolini, Notizie appartenenti alla storia della sua patria, I,Pavia 1823, p. 65; G. Mengozzi, Ricerche sull'attivitá della scuola di Pavia nell'alto Medioevo, Pavia 1924, p. 312; L. Schiaparelli, Note diplomatiche sulle carte longobarde, in Arch. stor. ital., s. 7, XVII (1932), p. 18.