ANSELMO
Il suo nome è legato a quindici brevi profezie sui papi e gli antipapi da Bonifacio IX a Innocenzo VIII, che fanno seguito ad altre quindici attribuite a Gioacchino da Fiore. Non si conoscono di lui dati biografici sicuri, al punto che taluni autori (Toppi, Corsignani) lo fanno vescovo dei Marsi, in Abruzzo (lo stesso Corsignani giunge successivamente a un compromesso, dicendolo, senza alcun fondamento, nativo d'Abruzzo, ma vescovo di Marsico). Sembra che abbia ottenuto il vescovato di Marsico Nuovo dopo il 1210, succedendo a Benedetto: ma nel 1222 già non sedeva più sulla cattedra episcopale, trovandovisi Ruggero, circostanza che mal si concilia con la data presunta dei vaticini attribuiti ad Anselmo (1278).
La prima menzione ricorre nel frontespizio dell'edizione del 1570 dell'opera di Paolo Skalich: "Pauli principis de la Scala et Hun, marchionis Veronae etc., domini Creutzburgi Prussiae primi, tomi miscellaneorum de rerum causis et successibus atque secretiori methodo ibidem expressa effigies ac exemplar, nimirum vaticiniorum et imaginum Ioachimi abbatis Florensis Calabriae et Anselmi episcopi Marsichani super statu summorum pontificum Rhomanae [sic] Ecclesiae..., Coloniae Agrippinae, Theod. Graminaeus, 1570": Paolo della Scala, il quale pretende di offrire un'interpretazione genuina dei vaticinii contro quella sediziosa "cuiusdam pseudomagi quae nuper nomine Theophrasti Paracelsi in lucem prodiit" (p. 74), fornisce anche la notizia che essi furono scritti nel 1278 e pubblicati a Perugia "post obitum Bonifacii papae octavi"; ma di ciò non si ha alcuna conferma. Edizioni delle quindici profezie pseudogioachimite e delle quindici anselmiane nonché di un "oracolo turchesco", col commento di Pasqualino Regiselmo, si ebbero a Venezia "apud Hieronymum Porruni" nel 1589, a Ferrara "per Vittorio Baldin" nel 1592 e ancora a Venezia "presso Christoforo Tomasini" nel 1646: ma lo stesso commentatore dubita dell'attribuzione ad A. e riferisce l'opinione di alcuni che vorrebbero ascrivere i vaticinii anselmiani a Rabano, mentre personalmente tende ad attribuire anche questi a Gioacchino da Fiore.
Fantasiose quanto quelle dello pseudo-Malachia, le profezie attribuite ad A. sono assai più oscure nel linguaggio e abbondano di immagini prese dal mondo animale; le figurazioni che le accompagnano, pur risalendo a un unico archetipo, si presentano nelle tre edizioni con alcune varianti, soprattutto sensibili nell'ultima.
Bibl.: N. Toppi, Biblioteca napoletana et apparato a gli huomini illustri in lettere di Napoli e del Regno...,Napoli 1678, p. 33; L. Nicodemo, Addizioni copiose... alla Biblioteca napoletana del...Toppi, Napoli 1683, p. 14; P. A. Corsignani, De viris illustribus Marsorum...,Romae 1712, pp. 139 s.; F. Ughelli-N. Coleti, Italia sacra...,VII,Venetiis 1721, col. 505; P. A. Corsignani, Reggia Marsicana...,II, Napoli 1738, p. 407; G. B. Tafuri, Istoria degli scrittori nati nel Regno di Napoli,II, Napoli 1748, pp. 347-49; G. Cappelletti, Le Chiese d'Italia...,XX,Venezia 1866, p. 387; D. M. Zigarelli, Cenno sulla diocesi di Marsico, Napoli 1849, n. XIV; C. Eubel, Hierarchia catholica..., I, Monasteríi 1913, p. 328; L. Thorndike, A history of magic and experim. Science, VI, New York 1941, p. 456, n. 84.