ANSELMO
Vescovo di Asti, la príma memoria certa del suo episcopato è un atto di acquisto di diritti feudali nel castello di Lavezzole, dell'11 nov. 1148. Tre bolle, una di papa Eugenio III, del 1153, la seconda di papa Anastasio IV, del 1154, la terza di papa Adriano IV, del 1156, documentano l'attività spiegata da A. nella difesa dei diritti della sua Chiesa. Dalle tre bolle, di tenore quasi identico, risultano di proprietà della Chiesa di Asti numerose corti, castelli, abbazie e estese terre del Piemonte meridionale.
Nel 1154 A., non volendo cedere di fronte al moto di autonomia che da Asti si andava estendendo alla campagna e toccava gli stessi possessi della sua Chiesa, tentò di ristabilire la sua autorità sul centro cittadino con l'appoggio imperiale. Presentatosi perciò alla dieta di Roncaglia, lanciò, insieme col marchese Guglielmo di Monferrato, gravi (ma non precisate) accuse contro la città di Asti, chiedendo l'intervento di Federico Barbarossa. Perciò, nel febbraio dell'anno seguente, le truppe imperiali assediarono e semidistrussero Asti. In seguito, pur essendosi verificato un riavvicinamento tra l'imperatore e il Comune astigiano, A. rimase fedele al Barbarossa, cui fornì armati.
Nel 1168, tuttavia, dovette permettere che un certo numero di abitanti della sua terra di Quargnento si trasferisse nella nuova città di Alessandria e cooperasse alle sue difese. Acquistò diritti feudali sui castelli di Monteu (1153), Montenatale, Tevoleto, Castelletto, Canale, Toerdo, Serralunga, Musanza, Torre, S. Michele, Pamparato, Monfalcone, Sarmatorio, Cervere, Savigliano e Caraglio; ottenne la giurisdizione sul monastero di Caramagna; fece donazioni ai canonici della Cattedrale; concesse agli Ospitalieri di Gerusalemme la chiesa del S. Sepolcro di Asti.
Morì con ogni probabilità nel 1172: il primo atto del suo successore Guglielmo è del luglio 1173.
Fonti e Bibl.: Codex Astensis qui de Malabayla communiter nuncupatur, a cura di Q. Sella, II, Romae 1880, p. 58; Ottonis et Rahewini Gesta Friderici I imperatoris, a cura di G. Waitz, in Mon. Germ. Hist. in usum scholarum, Hannoverae 1884, pp. 95, 97; Il Libro Verde della Chiesa di Asti, a cura di G. Assandria, I, Pinerolo 1904, docc. nn. 36, 53, 54; II, ibid. 1907, docc. nn. 165, 177, 180 181, 184, 211, 315, 316, 317, 321; Le carte dell'Archivio capitolare di Asti, a cura di F. Gabotto e N. Gabiani, Pinerolo 1907, docc. nn. 15, 16, 22, 26, 27, 30, 34, 38, 42, 43; P. B. Gams, Series episcoporum, Ratisbonae 1873, p. 812; R. Valente, Il Comune Astigiano e la lotta contro Federico I, in Riv. di storia, arte e archeol. della Prov. di Alessandria, V(1896), pp. 66 ss.; F. Savio, Gli antichi vescovi d'Italia. I. Piemonte, Torino 1899, pp. 150 s.; P. F. Kehr, Italia pontificia, VI, Berolini 1914, pp. 174 s.; P. Brezzi, L'organismo politico della Chiesa di Asti nel medioevo, in Riv. di storia, arte e archeol. della Prov. dì Alessandria, XLV (1936), pp. 45-52; L. Vergano, Storia di Asti, II ,Asti 1953, pp. 15-34.