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CAROSI, Anselmo

di Alberto Cornice - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 20 (1977)
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CAROSI, Anselmo

Alberto Cornice

Non si conosce la data di nascita di questo pittore (che dovette certamente essere originario di Siena), generalmente indicato come nipote di Bartolomeo da Petroio detto Brandano, il violento e profetico "pazzo di Cristo" che nel sec. XVI costituisce una delle più singolari figure del misticismo senese. Nipote di Brandano era il padre del C., Alessandro, che risultava dimorante in una casa situata di fronte alla colonna di S. Giusto in Siena, presso la chiesa di S. Martino, forse quella stessa nella quale Brandano era morto nel 1554. Il C. è tradizionalmente detto scolaro di Arcangelo Salimbeni, il che sembra assai verosimile anche perché, in occasione del matrimonio di questo, il 20 apr. 1367, figura come testimone nella cerimonia in cui il Salimbeni dette l'anello alla sposa, Battista di Vittorio Focari vedova di Eugenio Vanni e già madre del pittore Francesco Vanni. Nel 1570 è nominato in un libro del Lotto, ed ancora nel 1576 viene ricordato, in un registro di cresime, come compare di Silvio Cittadini; lo si ritrova poi nel 1583 come autore di due vendite fatte a Fabio Buonaventuri e Guglielmo Belli. Nello stesso anno 1583 morì il padre Alessandro che fu sepolto nella chiesa di S. Martino. Altra vendita fatta dal C. a Savino Loni è registrata all'anno 1589. Nel 1591, nella pieve di S. Giovanni, contrasse matrimonio con madonna Leandra di Antonio che gli portò in dote 500 fiorini: tra i testimoni dell'atto è il pittore Cristofano Rustici. Nel censimento dello stesso anno il C. è registrato abitante nel "terzo" di S. Martino, con una famiglia di "bocche otto". Morì il 28 apr. 1607, allorché dimorava nella parrocchia di S. Giovanni, e venne seppellito in duomo (documenti citati dal Romagnoli).

Poche sono le pitture, sia scomparse sia tuttora esistenti, che le fonti riferiscono al C.: la più nota è un Ritratto di Brandano, su tela, nella sagrestia della collegiata di S. Maria in Provenzano, ed un altro ritratto simile (attribuito però anche a Pietro Sorri) si trova nella sede dell'Arciconfraternita della Misericordia annessa all'oratorio di S. Antonio Abate. Gli è attribuita anche la grande tela con la Crocifissione nella chiesa inferiore di S. Giuseppe, ora sede della contrada capitana dell'Onda, generalmente ritenuta opera di Bernardino Capitelli. Tra le opere perdute, unalunetta affrescata su una porta della ex chiesa di S. Desiderio, raffigurante S. Desiderio vescovo con due angeli (che il Romagnoli dice eseguita nel 1594), un'altra lunetta già sulla porta della chiesa di S. Michele all'Abbadia (ora S. Donato), ed un "cataletto", ossia due testate di bara, dipinto nel 1591 per la Compagnia di S. Giovanni Battista della Morte, stimato da Savello Savelli e Cristofano Rustici.

Il figlio Agostino, o Austino, fu anch'egli pittore. Mentre la sua vita è abbastanza documentata a partire dal 1603, poco o nulla si sa delle sue opere: di lui il Romagnoli ricorda una Ritratto di Brandano, forse esemplato su quelli eseguiti dal padre, che sitrovava nella casa Bandini Piccolomini a Petroio, luogo del contado senese ove Brandano era nato intorno al 1490. Ebbe tre mogli (Bartolommea Polfini, Laura Granacci detta la Barbarina, Iuditta Lucchini) ed un solo figlio, Francesco, morto a undici anni nel 1632. Morì il 20 ott. 1627, e fu sepolto in duomo.

L'Anselmo Carosi registrato nel Thieme-Becker come figlio di Giovanni Antonio è da identificare con Giovanni Antonio Carosio morto a Roma intorno al 1667.

Fonti e Bibl.: Siena, Bibl. com. degli Intronati, L II 7:E. Romagnoli, Biografia cronol. de' Bellartisti senesi (1830-38), VII, cc.883-892;L II 10, X, cc. 73-76(per Agostino); Ibid., Amm. provinciale, F. Brogi, Inv. gen. degli oggetti d'arte della prov. di Siena (1862-65), copia dattiloscr. presso la Soprintendenza alle Gallerie di Siena, VII, n. 47120;F. Chigi, Elenco delle pitture, sculture e archit. di Siena (1625-26), a cura di P. Bacci, in Bull. senese di storia patria, XLVI (1939), pp. 304, 307, 320; G. Gigli, Diario sanese, I, Lucca 1723, p. 21; G. A. Pecci, Relaz. delle cose più notabili della città di Siena, Siena 1752, pp. 39, 57;G.Faluschi, Relaz. delle cose più notabili della città di Siena, Siena 1815, p. 74; Nuova guida della città di Siena per gli amatori delle Belle Arti, Siena 1822, pp. 47, 120, 132; [E. Micheli], Guida artist. della città e contorni di Siena, Siena 1863, p. 97; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VI, p. 32.

Vedi anche
affresco Tecnica pittorica consistente nello stendere colori diluiti con acqua su uno strato di intonaco fresco che, asciugandosi, forma una superficie dura e compatta che fissa il colore (➔ pittura). oratorio religione Secondo il Codex iuris canonici, luogo destinato, su licenza dell’Ordinario, al culto divino in favore di una comunità o di un gruppo di fedeli e al quale possono accedere anche altri fedeli con il consenso del superiore competente; sono considerati oratorio a tutti gli effetti anche le cappelle ... pittura Arte di dipingere, raffigurando qualche cosa, o esprimendo altrimenti l’intuizione della fantasia, per mezzo di linee, colori, masse, valori e toni su una superficie. I procedimenti che permettono di fissare su una superficie (supporto) sostanze coloranti o pigmenti, secondo la volontà e il progetto ... abbazia Comunità di religiosi (canonici regolari o monaci; ordinariamente secondo la regola benedettina), governata da un abate e autonoma (sui iuris), e il complesso degli edifici di tale comunità. Nel Medioevo monasteri e abbazia di campagna costituirono spesso il nucleo intorno al quale si formò un centro ...
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