Kiefer, Anselm
Artista tedesco, nato a Donaueschingen l'8 marzo 1945. Intrapresi nel 1965 gli studi di giurisprudenza presso l'università Albert Ludwig di Friburgo, già dal 1966 si dedicò alla pittura, prima frequentando i corsi di P. Dreher alla Staatliche Hochschule der Bildenden Künste, poi nel 1969 studiando alla Kunstakademie di Karlsruhe con H. Antes, e dal 1970 al 1972 a Düsseldorf come allievo di J. Beuys. Con quest'ultimo artista ha condiviso, oltre al concetto d'arte come strumento di catarsi, la scelta dei materiali poveri e delle cose umili. Fino al 1993 ha vissuto e lavorato a Buchen in Germania, per poi trasferirsi a Barjac, in Francia.
Il suo esordio risale al 1969 con la presentazione al pubblico della sua prima opera Besetzungen (Occupazioni), un libro formato da una serie di fotografie in bianco e nero in cui K. 'occupa' metaforicamente alcune città europee. Le foto infatti mostrano l'autore travestito da nazista, nella posa del saluto hitleriano, mentre sullo sfondo compaiono paesaggi o monumenti storici di località occupate dall'esercito tedesco durante la Seconda guerra mondiale. Attraverso la sua ricerca artistica molto elaborata e spesso tormentata, ha indagato nella storia e nel mito. Notevoli, tra i temi affrontati, quelli relativi alla storia universale (Nigredo, 1984; Jerusalem, 1986), allo sterminio degli ebrei (Noch ist Polen nicht verloren, 1978; Dein goldenes Haar, Margarethe e Dein aschenes Haar, Sulamit, 1981; Das rote Meer, 1984-85), agli eroi e ai miti tedeschi, ai temi biblici, alla mitologia nordica e nibelungica (Maikäfer flieg, 1974; Siegfried vergisst Brunhild, 1975; Brunhildes Tod, 1976; Varus, 1976; Wege der Weltweisheit, 1977-78).
Oltre a trattare l'acquerello ha usato la fotografia, preferibilmente stampata in color seppia, macchiata e patinata con gomma lacca, l'incisione come tecnica a sé, ma anche usata nel collage, in cui stampe su carte a mano segnate dal tratto bruno rossastro dell'inchiostro, vengono applicate alle tele. In opere prevalentemente di grandi dimensioni ha sperimentato: il riuso di materiali (piombo rimosso dalle coperture degli edifici, ferro del filo spinato, rame), l'uso di elementi vegetali (paglia, spighe di grano, foglie, felci, rami, fiori secchi di girasole, rose rosse seccate e annerite), di sabbia, terra, reperti archeologici, cenere, silicone e di colori a olio preparati dallo stesso artista. K., che si è anche interessato di alchimia, ha applicato al suo lavoro le indagini sulla trasformazione e sull'uso graduale della materia. Pertanto le sue opere pittoriche, frutto di una lunga e lenta elaborazione, appaiono spesse e aspre, fatte di tinte cupe e terrose, crettature, sfogliamenti e stratificazioni, e l'inserimento di materiali eterogenei ne accentua l'idea di tridimensionalità. K., che ha partecipato alle più prestigiose rassegne internazionali di arte con-temporanea tra cui la Biennale di Venezia, Documenta di Kassel, le biennali di São Paulo e di Sidney, è stato protagonista di numerose retrospettive e le sue opere sono entrate a far parte di importanti collezioni pubbliche. Tra i riconoscimenti ottenuti in ambito inter-nazionale si ricordano: The Carnegie Prize di Pittsburg (1985); The Wolf Foundation Prize in Arts di Gerusalemme (1990); il Praemium Imperiale di Tokio (1999); nel 2002 il Ministero della cultura e della comunicazione francese gli ha conferito il grado di Officier de l'Ordre des arts et des lettres. L'artista ha inoltre collaborato nel 2003 con il regista K.M. Grüber per le scenografie e i costumi di Ödipus auf Kolonos per il Burgtheater di Vienna, e di Elektra per il teatro San Carlo di Napoli.
bibliografia
Cataloghi di mostre: Anselm Kiefer, a cura di E. Cicelyn e M. Codognato, Museo archeologico nazionale, Napoli 2004; Anselm Kiefer a Villa Medici. Die Frauen, a cura di R. Peduzzi, H. Loyrette, G. Lonardi Buontempo, Roma 2005.