ANŠAN
Antico centro urbano nel distretto iraniano di Beyza nel Fars, poco meno di 50 km a Ν di Shiraz, a O di Persepoli, recentemente identificato con il sito moderno di Tell-e Mālyān, nell'area del bacino fluviale del Kur, in una piana limitata dagli Zagros a N, a O e a S. Oggetto di saggi a opera del Dipartimento delle Antichità del Fars nel 1960, Tell-e Mālyān è stato visitato durante una prospezione nel 1967 e nel 1970 da W. Sumner, che vi ha intrapreso scavi nel 1971, conducendovi tre campagne per conto del museo dell'Università della Pennsylvania di Filadelfia nell'ambito del Progetto iranico coordinato da R. H. Dyson Jr.
Citata nei poemi epici sumerici di Enmerkar e il Signore di Aratta e di Lugalbanda ed Enmerkar come luogo montagnoso di passaggio necessario sulla strada tra Uruk e Aratta, A. è menzionata per la prima volta in un'iscrizione di Maništusu di Akkad, verso il 2260 a.C., che ricorda la vittoria su A. e Šerikhum e l'attraversamento con le sue navi del Golfo Persico.
Verso il 2150 a.C. anche Gudea di Lagaš si vanta della conquista di Α., mentre durante la dinastia di Akkad il potere politico maggiore dell'Elam è certamente nella mani dei re di Awan, che possono aver dominato su Α.; durante l'età di Guti il predominio appartiene alla dinastia settentrionale di Simaški, che non riuscì a difendere il territorio elamita dalle incursioni dei sovrani sumerici della III dinastia di Ur.
Il grande Šulgi di Ur, tra il 2100 e il 2050 a.C., denominò più di un anno di regno dalle sue vittorie su Α., al cui governatore sia egli stesso sia il suo secondo successore Šu-Sin diedero una figlia in sposa. Dopo il sacco di Ur a opera degli Elamiti, di cui fu forse autore Khutrantemti di Simaški, le statue degli dei di Ur furono trasferite ad Α., dove lo stesso ultimo re di Ur, Ibbi-Sin, finì i suoi giorni prigioniero. La maggiore fioritura politica di A. si verificò a partire dalla prima metà del XIX sec. a.C., quando Eparti assunse il titolo di «re di A. e di Susa» e il suo successore Šilkhakha divenne l'artefice della potenza internazionale di A. intervenendo ripetutamente nella politica della Babilonia e della Siria fino ad Aleppo. Lo stesso titolo di «re di A. e di Susa» viene poi riassunto, perché ritenuto particolarmente glorioso nelle fasi di rinascita del potere elamita, sia da Attarkitakh alla fine del XIV sec. a.C., sia, soprattutto, dai grandi sovrani che dal secondo decennio del XII sec. a.C. fecero dell'Elam la potenza dominante del Vicino Oriente per poco più di cinquanta anni: Šutruk-Nakhkhunte, Kutir-Nakhkhunte, Šilkhak-Inšušinak. Proprio il ritrovamento sulla superficie di Tell-e Mālyān di frammenti di iscrizione del successore di quest'ultimo sovrano, Khutelutuš-Inšušinak, ha consentito a J. Hansman, M. Lambert e E. Reiner di definire l'identificazione del sito con l'antica Anšan.
Il sito di A. ha struttura approssimativamente circolare con apparenti tracce di fortificazioni perimetrali su un'estesissima superficie che sembra non inferiore ai 300 ha. In conseguenza della discontinuità del deposito archeologico, è probabile che l'insediamento continuo non superasse i 200 ha di superficie, mentre la collina principale, nella zona O del sistema, raggiungeva i 130 ha.
La città deve aver raggiunto i 50 ha di superficie nella fase detta di Baneš all'inizio del III millennio a.C.; il massimo sviluppo dell'insediamento è quello della fase detta di Kaftari nella prima metà del II millennio a.C., che corrisponde al periodo dei «re di A. e di Susa», seguito da una drastica riduzione topografica durante la successiva fase detta di Qale. A. fu, quindi, un centro urbano esteso e importante già durante il periodo dei re di Awan, si ingrandì assai considerevolmente nel periodo di A. e di Susa e decadde fortemente al tempo dei grandi re medio-elamiti, che pure costruirono ad A. notevoli edifici pubblici.
Gli scavi hanno finora permesso l'identificazione di due importanti complessi architettonici nella fase di Baneš, uno nella zona centrale della collina principale nella «Operazione ABC» e l'altro all'estrema periferia E, nella «Operazione TUV». L'edificio ABC, noto nei successivi livelli IV, III, II, constava di almeno due serie di grandi vani quadrati e rettangolari affiancati da una probabile corte a E, senza che siano stati finora individuati muri perimetrali. Nell'edificio ABC del livello III, da datare immediatamente dopo il 3000 a.C., sono state scoperte alcune tavolette proto-elamite e numerosi resti frammentari di decorazioni dipinte geometriche con probabili rapporti con le decorazioni sud-mesopotamiche tipiche di Uruk. Anche nell'edificio TUV della fase di Baneš, noto nei successivi livelli III, II, I, sono state trovate numerose sigillature su cretule e alcune tavolette proto-elamite. La costruzione più antica, conosciuta per assai breve tratto, sembra la più importante e non è improbabile una funzione organizzativa e commerciale dei vani scoperti, mentre sembra certa la funzione pubblica dell'edificio ABC. L'esplorazione archeologica, ancora del tutto iniziale, di A. non ha riportato alla luce, stranamente, importanti resti architettonici della fase di Kaftari, ma un terzo edificio, con analogie architettoniche riscontrabili sia a Susa sia a Čoqā Zanbil, appartiene alla fase medio-elamita: è questa una costruzione impiantata attorno a una corte centrale con porticato a pilastri. In questo edificio medio-elamita di A. sono stati scoperti oltre trecento testi economici in lingua elamita, che, se non contengono informazioni storiche, sono tuttavia un fondamentale contributo all'assai limitato corpus di testi medio-elamiti, circa centocinquanta, quasi tutti monumentali.
Bibl.: W. M. Sumner, Cultural Development in the Kur River Basin, Iran, Ann Arbor 1972. I rapporti preliminari sono pubblicati da W. M. Sumner, in Iran, XII, 1974, p. 155 ss.; XIV, 1976, p. 193 ss. I problemi storici e l'identificazione del sito sono trattati da: J. Hansman, Elamites, Achaemenians andAnshan, in Iran, X, 1972, p. 101 ss.; M. Lambert, Hutélutusk-Inskushinak et le pays d'Anzan, in RAssyr, LXVI, 1972, p. 61 ss.; E. Reiner, The Location of Anshan, ibid., LXVII, 1973, p. 57 ss. - Problemi particolari sono trattati da: E. Carter, M. Stolper, Middle Elamite Malyan, in Expedition, XVIII, 1976, p. 33 ss.; J. W. Nickerson, Malyan Wall Painting, ibid., XIX, 1977, p. 2 ss.; W. M. Sumner, The Proto-Elamite City Wall at Tal-i Malyan, in Iran, XXII, 1985, pp. 153-161. (P. Matthiae)