BOLETO, Ansaldo
Nacque a Genova nella seconda metà del sec. XII da Ansaldo e da una certa Giulia di cui non si conosce il casato.
Le prime testimonianze sulla sua persona sono vari atti del periodo 1203-1205, rogati dal notaio Giovanni di Guiberto, in cui egli, compare come teste: sono contratti di accomendacio, di vendita o di mutuo, talvolta rogati in casa dello stesso B., alla presenza sua e di altri suoi familiari.
Sposò una certa Alda, figlia di Oberto Malocello, che compare in un documento del 25 sett. 1203 (Notai liguri, V, n. 838). Da questa unione nacque un figlio, Guglielmo, già in età da fungere da testimone nel 1225.
Dedicatosi al commercio, il B. pose il centro della sua attività a Bugia, in Africa. Stipulò nel marzo e nell'aprile del 1206 una quindicina di contratti di accomendacio con varie persone, allo scopo di potenziare la propria attività: con Aidela, moglie di Ansaldo Lecavela, con lo stesso Lecavela, con Adalasia, moglie di Enrico Guercio, con Alessandra, moglie di Ingone Lungo, con Oberto Castagna, con Guglielmo Scoto, con Giacomo di Bumbello e con altri. Sembra che egli commerciasse specialmente in tela e in drappi che vendeva poi su vari mercati.
Dopo il 1206, per circa vent'anni, non si trovano più notizie sul B.: probabilmente la sua attività di mercante lo tenne a lungo lontano da Genova.
Il 20 ott. 1226 egli dichiarò, in un documento, di aver ricevuto in deposito da un tale maestro Giovanni de Cocurno diversi oggetti d'argento e libri di valore. Il 24 ott. 1227 dichiarava di aver ricevuto in accomendacio da Oberto Doria 50 lire di genovini investite in tela di Vitry e in drappi verdi di Châlons da negoziare oltremare.
Nel 1232 il B. fu scelto come uno degli otto cittadini incaricati di sorvegliare le entrate e le uscite del Comune genovese. Nello stesso anno insieme con Bonifacio Panzano fu nominato ammiraglio della flotta genovese da inviare in Oriente. Si era sparsa in Genova la voce che l'imperatore Federico II aveva inviato al suo maresciallo Riccardo Filangieri disposizioni per molestare i Genovesi; la Repubblica allestì pertanto una flotta di dieci galee e di due navi che sotto il comando del B. e del suo collega lasciò Genova l'11 agosto. Nel frattempo il Filangieri aveva subito, il 15 giugno, una dura sconfitta presso Nicosia. Con l'aiuto dei feudatari di Siria, gli ammiragli genovesi si diressero contro Cerines dove, sotto la protezione della flotta, si erano raccolte le superstiti forze del vicario imperiale; bloccato il porto, parteciparono attivamente all'assedio della città e dopo la resa di questa, nell'aprile 1233, inseguirono la flotta imperiale e la costrinsero a rifugiarsi nel porto di Tiro.
Dagli annalisti genovesi si apprende che i due ammiragli rientrarono in Genova nel corso del 1233. Dopo questa data non si hanno più notizie del Boleto.
Fonti e Bibl.: Liber magistri Salmonis sacri palatiinotarii (1222-1226), a cura di A. Ferretto, in Atti della Soc. ligure distoria patria, XXXVI (1906), p. 532; Notai liguri del sec. XII, V, Giovanni di Guiberto (1200-1211), a cura di M. W. Hall Cole - H. G. Krueger-R. G. Reinert - R. L. Reynolds, Genova 1939-1940, ad Indicem; R. Doehaerd, Les relations commerciales entreGênes,la Belgique et l'Outremontd'après les archivesnotariales génoises aux XIIIet XIV siècles, II, Bruxelles-Rome 1941, pp. 92 n. 191, 220 s. n. 426; Annali di Caffaro e continuatori, a cura di C. Imperiale, III, Roma 1923, in Fonti per la storia d'Italia, XIII, pp. 62, 63, 68; C. Manfroni, Storia della marina italiana, I, Livorno 1899, p. 381.