anosognosia
Disturbo neuropsicologico consistente nel fatto che i pazienti ignorano, o sembrano ignorare, l’esistenza della paralisi da cui sono colpiti: a. significa in effetti letteralmente «mancanza di conoscenza sulla malattia» e fu descritta da Joseph Babinski nelle sue osservazioni dell’emiplegia cerebrale. L’a. deve essere distinta da quei casi in cui vi è deficit spiccato, o un perturbamento notevole e generalizzato, delle funzioni intellettuali e dipende solitamente da lesioni parietoccipitali o talamiche o di ambedue le sedi, nell’emisfero non dominante. Il deficit di consapevolezza può manifestarsi in assenza di disturbi specifici della memoria, del ragionamento o di degenerazione cognitiva: cioè, le altre capacità critiche dei pazienti sono intatte. Il paziente anosognosico è del tutto incapace di riconoscere e riferire il suo stato di malattia, e manifesta invece la ferma convinzione di possedere ancora le capacità (motorie o cognitive) che in realtà ha perso in seguito a lesione cerebrale. Se messo a confronto con i suoi deficit, il paziente attua delle confabulazioni, ovvero offre delle spiegazioni assurde e incoerenti con la realtà dei fatti. Si distingue tra a. verbale (diniego verbale dell’emiplegia) e a. comportamentale (mancato riconoscimento del lato paralizzato a livello comportamentale). In quest’ultimo caso si osservano anche fenomeni particolari, tra i quali la somatofrenia, consistente nella convinzione che il proprio arto paralizzato appartenga a un’altra persona, e la personificazione dell’arto paralizzato, cioè il fatto che il soggetto designa i propri arti con diminutivi e nomi propri. L’a. è un disturbo selettivo: in pazienti che riportano più sintomi, per es. da cecità corticale ed empiplegia, può verificarsi una dissociazione tra consapevolezza per la prima e a. per la seconda, o viceversa; oppure, un paziente emiplegico può essere anosognosico riguardo soltanto uno degli arti paralizzati. Lo studio dell’a. suggerisce che la coscienza (➔ coscienza e autocoscienza) non sia un processo cognitivo monolitico e sovraordinato rispetto alle varie funzioni cerebrali, ma al contrario potrebbe risultare dall’integrazione di diversi moduli con domini distinti.