ANOSMIA (dal gr. ἀ[ν] privativo e ὀσμή "olfatto")
Si chiama anosmia la perdita completa del potere olfattivo. Se sono abolite solo alcune delle proprietà della percezione olfattiva si parla di anosmia parziale, che è quantitativa, quando il soggetto ha perduto la capacità di graduare gli odori; qualitativa, quando ha perduto il potere di differenziare un odore dall'altro; tonale, quando non sa più distinguere gli odori piacevoli dai disgustosi. L'anosmia può essere unilaterale o bilaterale. Essa si riscontra nell'isteria, in genere unilaterale. Si ha poi in tutti i processi morbosi a carico del sistema nervoso, che ledano la via olfattoria in un punto qualsiasi del suo decorso, dalle terminazioni periferiche dei nervi olfattorî fino alla corteccia cerebrale della zona olfattoria.
Le anosmie periferiche dipendono in grandissimo numero di casi da alterazioni della mucosa nasale (riniti acute e croniche, ozena, atrofia senile, ecc.). Anosmie per interruzione della via olfattoria possono verificarsi per lesioni traumatiche, per compressione degli organi olfattorî nella fossa cranica anteriore da uno stravaso emorragico, dall'idrocefalo, da tumore, ecc.
Per mettere in rilievo se vi è o no anosmia si procede all'esame dell'olfatto con diverse sostanze odorose di prova (olio essenziale di rose, tintura di muschio, timolo, assa fetida): si avvicina la sostanza aromatica ad una narice del soggetto in esame, mentre l'altra narice si tiene chiusa. Si dovrà domandare al paziente se avverte o no l'odore. Se lo avverte, se è piacevole o sgradito, se egualmente intenso nei due lati, di che odore si tratta. Sono stati ideati anche degli olfattometri per misurare l'acutezza olfattiva, ma in pratica non sono necessarî.