ANOFELISMO
. Dicesi dello stato di una località rispetto alle zanzare anofeline (v. Anofele); e, più particolarmente rispetto alla qualità, al numero, alla distribuzione, alle abitudini delle specie anofeline presenti, e alle loro relazioni con l'ambiente locale. Lo studio dell'anofelismo è di fondamentale importanza per chiarire alcune condizioni essenziali della malaria di una data regione, perché questa malattia trae la sua origine e le sue peculiarità dall'uomo infetto di malaria e dall'anofelismo. Le attuali cognizioni attestano che non può aversi malaria senza un certo grado di anofelismo, ossia senza la presenza di anofeline in numero sufficiente. Però l'anofelismo non si accompagna di necessità alla malaria. Vi sono nel mondo numerose località e regioni, ove s'incontrano specie, anofeline più squisitamente atte a propagare la malaria, e dove tuttavia questa malattia è assente. In ciò non vi è nulla di strano perché è ben noto che l'anofele non dà la malaria, se prima non si è infettato succhiando il sangue di un malarico; onde, nei luoghi ove non vi sono malati di malaria, la presenza di anofeli anche in grande numero non può bastare a provocare l'insorgenza della malattia. Ma in molte di queste località di anofelismo senza malaria il fenomeno non è così semplice, o perché qualche caso di malaria è pur presente e nondimeno la malattia non assume, come suole, grande diffusione; o perché la malaria vi aveva regnato nel passato, ma poi è scomparsa, malgrado che l'anofelismo sia tuttora intenso. Una spiegazione generale di questi casi non è stata ancora trovata, benchè ne siano state affacciate varie nei diversi casi. Ad ogni modo, un fatto importante, che sembra essere alla base dell'anofelismo senza malaria, almeno nelle nostre regioni, è questo: i rapporti degli anofeli con l'uomo sono occasionali, non necessarî poiché questi insetti hanno bensì bisogno di suggere sangue per la nutrizione delle uova, ma il sangue di molti animali riesce loro, per questo riguardo, equivalente a quello umano, e gli anofeli quindi assalgono più o meno l'uomo a seconda del bisogno di pascersi, e possono anche trascurarlo del tutto, quando trovino maggior comodità di suggere altrove il sangue che loro occorre. Così può anche accadere che, in una località, anofeli una volta squisitamente androfili perdano man mano questo carattere e si allontanino sempre più dalle abitazioni umane e dall'uomo, per rifugiarsi e pascers; preferibilmente nelle stalle e negli altri ricoveri degli animali, appena vi trovino condizioni adatte. Non è ancora possibile dire se ciò dipenda da uno zootropismo originario degli a. iofeli, che si manifesta e si afferma non appena trovano, nelle vicinanze del bestiame, ambiente più propizio che presso l'uomo.
Molti studiosi, e soprattutto italiani (Bonservizi, Celli ed altri), hanno fermato l'attenzione su questo possibile richiamo degli anofeli da parte del bestiame, e sulla opportunità di valersene, nelle località di malaria, come mezzo di protezione dell'uomo dalle punture delle zanzare infette. Ma la questione relativa al valore e ai modi di sviluppare questa protezione non è per il momento definitivamente chiarita e precisata.
Nello studio dell'anofelismo di una località si dà grande importanza alla determinazione delle specie di anofelini che vi sono presenti (anofelismo locale o specifico), poiché, non essendo tutte le specie egualmente temibili, la lotta deve circoscriversi alle sole specie realmente pericolose che si trovano in quella località.
Per l'anofelismo in generale hanno poi grande influsso le condizioni climatiche e meteorologiche, e, d'altro lato, le condizioni telluriche, che si riassumono spesso nel termine paludismo, e sono rappresentate principalmente dalle acque stagnanti.
Riguardo alle prime, basterà notare che gli anofeli hanno bisogno di una temperatura ambiente abbastanza elevata (22°-23° e più) e di molta umidità dell'aria. Quanto meglio queste esigenze sono soddisfatte, tanto più lunga sarà la vita degli anofeli, più vivace la loro moltiplicazione, e perciò maggiore la loro densità, e tanto più grave e diffusa potrà essere la malaria. Si può dunque, fino ad un certo segno, prevedere ogni anno per una data località se la malaria divamperà o meno; in base all'abbondanza delle piogge nei mesi che precedono la stagione malarica, poiché da essa dipende anche l'abbondanza delle acque d'inondazione e stagnanti, che, oltre a costituire i focolai di sviluppo degli anofeli, valgono ad assicurare, per un tempo abbastanza lungo, notevole umidità atmosferica (v. malaria).