annona
Termine (dal lat. annus «anno») che indicava, nell’antica Roma, le rendite annuali dello Stato in denaro o in natura e, in altri periodi, l’insieme dei più essenziali prodotti agricoli ottenuti annualmente da un determinato territorio.
Nei primi secoli della Repubblica romana il grano prodotto nelle regioni vicine era sufficiente ai bisogni dell’Urbe. Con le grandi trasformazioni dell’agricoltura italica e il processo di urbanizzazione i problemi del rifornimento di cereali alla popolazione urbana si aggravarono. Si ebbe quindi un progressivo intervento dello Stato, con larghe e frequenti distribuzioni gratuite o semigratuite di grano. Augusto riformò più volte l’ordinamento dell’a., che da ultimo affidò a un praefectus annonae dell’ordine equestre che risiedeva nella statio annonae presso il foro Boario. Quando la capitale fu trasferita a Costantinopoli (330 d.C.) furono creati un praefectus annonae Alexandriae (per il rifornimento di Costantinopoli) e un praefectus annonae Africae (per quello di Roma). Annonae furono anche dette le razioni di grano o farina distribuite ai soldati e annona militaris l’insieme dei contributi in natura che le province fornivano per il mantenimento di militari e funzionari imperiali. Le esigenze alla base dell’a. si ripresentarono nel Medioevo e nell’Età moderna, provocando vari provvedimenti, quali, per es., i monti frumentari costituiti da Bonifacio VIII nel 1300 e le leggi del maximum in Francia dal 16° sec. in poi.