ANNIUS, Gaius e ANNIUS, Lucius
Fabbricanti di ceramica "aretina" decorata a rilievi. Molti dei loro prodotti provengono dalla zona fra il teatro Petrarca e la chiesa di S. Francesco ad Arezzo: e ivi si suole collocare la loro officina. Sia perché non sono stati fatti scavi sistematici, sia per la dispersione del materiale ricuperato, non si può dire che la produzione firmata con questi nomi sia stata sufficientemente studiata. Non si sa se esistessero rapporti di parentela fra C., L. e Sextus Annius (di quest'ultimo si conoscono solo vasi lisci): né è dimostrato che si tratti di un'unica officina passata attraverso due persone della stessa famiglia. La produzione con la firma di C. A. sembra più antica di quella siglata da L. A.; il Dragendorff studia questa produzione in maniera unitaria: pone la fase di C. A. all'epoca di Druso, nel medio periodo augusteo, e quella di L. A. alla fine del periodo di Augusto. Come lavoranti, Eros (in lettere greche), Pantagathus e Chrestus mettono i loro nomi accanto alla firma di C. A.: i due ultimi sono probabilmente gli stessi che lavorarono per Rasinius e L. Memmius. Phileros firma con L. A., Acoristus ed Atticus non sappiamo per quale dei due Annii abbiano lavorato.
Tutt'altro che definitivo il raggruppamento dei tipi e delle sequenze compiuto dal Dragendorff: per ora si possono accettare come anniane le scene di riti misterico-dionisiaci (già di Rasinius e poi assunte dal tardo M. Perennius), quelle erotiche, assieme a gruppi di non chiaro significato o a qualche figura nota isolatamente (in genere assai frammentario è il patrimonio anniano pervenutoci). Più vasto è il repertorio certamente anniano facente parte della produzione di carattere ornamentale e decorativo, che, però, è firmata soprattutto da L. A.; in genere si tratta di prodotti di buon livello tecnico: particolarmente notevoli sono la sottigliezza delle pareti e la minuzia dei particolari nella produzione di bicchieri decorati con composizioni vegetali nelle quali si inseriscono figurine d'animali e d'oggetti che sono vere miniature. Anche la vernice è ottima. Un senso plastico notevole dimostrano le figure delle serie narrative: ed è soprattutto in base a questa caratteristica e ad altri dati stilistici che si è pervenuti ad un'attribuzione. Tali prodotti però sono assai spesso inferiori, tecnicamente, agli altri.
Bibl: M. Ihm, in Bonn. Jahrb., CII, 1898, p. 116 ss.; G. H. Chase, The Loeb Collection of Arretine Pottery, New York 1908, p. 28, e passim; id., Cat. of Arretine Pottery: Museum of Fine Arts-Boston, Boston-New York 1916, p. 21; A. Oxè, Arretinische Reliefgefässe von Rhein, Francoforte s. M. 1933, p. 39; C. V. A., U. S. A., fasc. 9, The Metropolitan Museum of Arts, fasc. I, Arretine Relief Ware by Chr. Alexander, Cambridge, Ma., 1943, p. 21; H. Dragendorff-C. Watzinger, Arretinische Reliefkeramik, Reutlingen 1948, p. 143 ss.; A. Stenico, in Athenaeum, n. s., XXXIII, 1955, p. 182 e passim; id., in Studi in onore di A. Calderini e R. Paribeni, III, Archeologia e Storia Antica, Milano 1955, p. 420 ss. e passim.